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6 PASSI NEL GIALLO: VITE IN OSTAGGIO

2011 IT

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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I tre malviventi Mathias, Gabriel e Kyle, dopo una rapina finita male in cui Mathias è anche rimasto ferito, arrivano nei pressi di una villa e per nascondersi dalla polizia che li insegue, decidono di entrare nell’abitazione, prendendo in ostaggio i residenti. Nella villa vive l’americano Dave McBain con sua moglie e i suoi due figli. I tre decidono di approfittare della situazione e chiedono a McBain di consegnare loro i suoi soldi: la vicenda si fa sempre più pericolosa e anche se McBain e la sua famiglia si mostrano molto collaborativi, Gabriel comincia a mostrare la sua indole violenta. “Vite in ostaggio” è l’ultimo film tv – secondo la trasmissione in prima visione di Canale 5 – della serie Mediaset “6 passi nel giallo”, che ha tentato di rinverdire i fasti del giallo all’italiana all’epoca delle fiction tv. C’è riuscita? All’unanimità diciamo di no, sia per quanto riguarda l’aspetto qualitativo generale dell’operazione, oscillante tra il mediocre e il brutto, sia per quanto riguarda la riuscita commerciale, che può considerarsi tranquillamente flop, vista la media di 3/5 milioni di ascoltatori a puntata. “Vite in ostaggio” porta la firma di Lamberto Bava, che aveva già diretto “Presagi” e “Omicidio su misura”. Tanto aveva deluso questo regista con i precedenti lavori, così soddisfa con quest’ultimo film, che a conti fatti può essere considerato tra la cose migliori venute fuori da questa mediocrissima serie di film tv. Come per i due film diretti da Edoardo Margheriti (“Sotto protezione” e “Souvenirs”), c’è da dire che rimaniamo comunque nel cerchio della riuscita parziale, ovvero di un apprezzamento che va esclusivamente nell’ottica della serie di cui i film fanno parte, altrimenti il giudizio complessivo sarebbe probabilmente più severo o comunque ridimensionabile. L’aspetto maggiormente positivo di “Vite in ostaggio” è l’assenza della trama gialla. Detto così potrebbe essere considerato un controsenso, per di più penalizzante in una serie di film che hanno come titolo comune “6 passi nel GIALLO”, ma vista la qualità bassissima della scrittura gialla di praticamente tutti i film della serie, non avere un meccanismo da whodunit non fa che giovare al film. In realtà un minimo di giallo c’è e interessa i retroscena del personaggio preso in ostaggio, ma è una rivelazione altamente prevedibile che non danneggia ne realmente arricchisce la trama e non appartiene ai canoni consueti della formula gialla. Gli sceneggiatori Stefano Piani e Alberto Ostini costruiscono un thriller che per certi aspetti ricorda “Quella casa sperduta nel parco” di Ruggero Deodato mescolato all’action con Bruce Willis “Hostage”, con le dovute e ovvie distinzioni che vanno ad epurare la violenza e la morbosità da uno e la ricchezza e l’azione dall’altro. Il risultato risulta piuttosto coinvolgente nell’intreccio, con svolte abbastanza scontate (compresa la storia d’amore sequestratore/sequestrata) ma capaci di dare solidità narrativa al tutto. Viste le precedenti esperienze della serie, qui le interpretazioni degli attori risultano sopra la media, grazie alle buone performance di gran parte del cast, tra cui si contraddistingue l’ex Hercules televisivo Kevin Sorbo nel ruolo del sequestrato Dave McBain, Jane Alexander (“Elisa di Rivombrosa”; “Il Commissario Manara”), nel ruolo di sua moglie e Antonio Cupo (“Smile”; “Barbarossa”) nella parte del leader dei criminali Mathias. Non chiedete sangue e sesso perché non ce ne sono e il casto tentativo di stupro ai danni della figlia di McBain, interpretata da Candace Marie, è la cosa più audace che “Vite in ostaggio” ha da offrire. Nell’ottica della tv italiana un film leggermente sopra la media. Se vi piacciono home invasion movie e avete seguito la serie “6 passi nel giallo”, vale la pena recuperare anche “Vite in ostaggio”. Voto arrotondato per difetto.

Trailer