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RECORDING

2013 It

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Una coppia decide di riprendere con una videocamera i propri rapporti sessuali. Ma quello che è inizialmente solo un gioco erotico, ben presto si trasforma in una lenta e sanguinosa forma di estorsione. A quanti di voi è capitato di fare almeno un pensierino sulla possibilità di riprendere le proprie prodezze erotiche così da riguardare, segretamente o in coppia, il proprio personalissimo film hard fatto in casa di cui si è protagonisti? Beh, sicuramente non è un pensiero così raro, una forma di voyeurismo estremizzata e partecipativa che negli ultimi anni ha fatto anche la fortuna di molte coppie esibizioniste e di portali web che lucrano sul porno amatoriale. Ma se il video porno amatoriale diventasse pretesto per una tremenda storia di sangue, vendetta e gelosia? Proprio da questo corto circuito prende spunto Stefano Rossi per il suo nuovo cortometraggio, “Recording”, sceneggiato da Lorenzo Paviano – con cui aveva già fatto coppia nel precedente “Le 2 scimmie” – e tratto dal racconto “Metamorfosi” di Lavinia Pini. L’intento di Rossi e soci è evidente fin dalle prime immagini che comprendono una gamba tranciata di netto con un’accetta, ovvero shockare lo spettatore con una storia estrema che coerentemente fa largo uso di immagini estreme. Il punto nevralgico di “Recording”, infatti, è proprio quell’impatto di disgusto misto a fascinazione che riesce a scaturire in chi guarda, quell’input “di pancia” che trasmette, scatenando pulsioni legate al sesso, al sangue. Si tratta di pura e semplice estetica della violenza, di apologia della carne, già anticipata nel precedente corto “Le 2 scimmie” e qui portata a quelle estreme conseguenze che ci si può permettere usufruendo di un comparto tecnico/artistico più esperto e, di conseguenza, professionale. Infatti, “Recording” usufruisce di professionisti del settore che danno sicuramente un fondamentale apporto alla riuscita del corto. Gli splendidi e realistici effetti speciali sono curati da Tiziano Martella e Luigi D’Andrea, noti nel campo dell’effettistica italiana per aver lavorato – tra i tanti – a “Zombie Massacre” e “Tulpa”, che qui si sbizzarriscono soprattutto alla creazione di una gamba mozzata di quelle che a primo impatto ti fa domandare “ma come diavolo hanno fatto?”. La bella fotografia è di Mirco Sgarzi (“House of Flesh Mannequins”, “Mad in Italy”) e gioca con toni grigio e ruggine per restituire un senso di malsano, a volte intervallati da colorazioni accese rosse e verdi che emergono dallo sfondo, tipiche di certo cinema anni 70. Ma scorrendo i titoli di coda si possono scorgere anche i nomi di Raffaele Picchio, regista del cult “Morituris” qui in veste di aiuto regia e Luca Boni, co-regista di “Eaters” e “Zombie Massacre” e qui colorist. La sensazione che “Recording” lascia in chi lo guarda è assolutamente positiva – a patto che siate patiti di gore e torture, ovviamente – e questo gioco sadico riesce a far soprassedere su una struttura narrativa che forse avrebbe avuto bisogno di uno sviluppo diverso, magari più complesso e curato per spiegare i “come” e i “perché” del caso. Emerge perfettamente la morbosità, la violenza e il disgusto, ma le dinamiche tra i personaggi rimangono soffocate, probabilmente anche dalla troppo esigua durata del tutto (una decina di minuti). Da segnalare che nel cast ci sono l’ex attore hard Francesco Malcom, ormai consacrato a icona dell’horror italiano indipendente, e la stessa Lavinia Pini, autrice del soggetto. Un mini tortrure-porn sicuramente da vedere.

Trailer