Kristy backdrop
Kristy poster

KRISTY

2014 US
August 7, 2014

When a college girl who is alone on campus over the Thanksgiving break is targeted by a group of outcasts, she must conquer her deepest fears to outwit them and fight back.

Directors

Olly Blackburn

Cast

Haley Bennett, Ashley Greene, Lucas Till, Chris Coy, Mike Seal, Lucius Falick, James Ransone, Erica Ash, Mathew St. Patrick, Al Vicente
Horror Thriller
HMDB

REVIEWS (1)

VD

Vincenzo de Divitiis

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Justine è una studentessa modello che, per motivi economici e necessità di recuperare le ore di studio perse, decide di non tornare a casa per il Ringraziamento e restare nel campus universitario nel quale alloggia. Persa la compagnia del fidanzato e della sua migliore amica che all’ultimo momento raggiunge il padre per festeggiare l’importante ricorrenza, la giovane rimane completamente da sola nella struttura con le due guardie notturne come uniche presenze a darle sicurezza e serenità. Tutto prosegue per il meglio quando Justine si reca al vicino supermarket nel quale incontra una strana ed inquietante ragazza che prima la aggredisce verbalmente e poi la insegue e tampona con la sua vettura. L’episodio sembra concludersi qui, ma in realtà è solo l’inizio di incubo che durerà per tutta la notte con la protagonista inseguita e presa di mira da un gruppo di persone mascherate e facenti parte di una misteriosa setta religiosa che semina sangue e morte in tutti campus degli Stati Uniti. La caccia è aperta…. La paura più antica e radicata nell’animo umano fin dalla notte dei tempi è quella della solitudine e dell’impossibilità di relazionarsi e comunicare con alcuna forma di vita. Una paura che si trasforma in terrore, però, nel momento in cui ci si accorge di non essere davvero soli e il recinto domestico, nel quale ci si sente protetti, non è così sicuro come si credeva. Proprio da questa atavica inquietudine il cinema horror ha da sempre saputo trarre grandi spunti con una miriade di pellicole del sottogenere “Home invasion” e grandi autori che hanno basato molto delle proprie filmografie sul tema dell’assedio e della violazione degli spazi interni; basti solo pensare al maestro John Carpenter e ad opere come “Distretto 13: Le brigate della morte”, “Il signore del male” e “Fantasmi da Marte” nelle quali questa tematica viene portata ad alti livelli di resa stilistica e narrativa. Un altro autore che si aggiunge a questo filone è Oliver Blackburn che con il suo secondo lavoro alla regia, intitolato “Kristy”, realizza uno degli horror più interessanti e meglio riusciti degli ultimi tempi (non che ci voglia molto visto il livello generale dei prodotti usciti in sala !) grazie ad una mano sicura e solida ed una storia tanto semplice quanto efficace nel toccare le corde del genuino terrore. Blackburn, che già si era messo in evidenza con la valente opera prima “Donkey Punch”, dimostra di essere perfettamente a conoscenza degli stilemi classici del cinema del terrore e maneggia con maestria tutto ciò che concorre a creare una tensione continua. Inevitabili quindi l’uso di sbalzi sonori, rumori d’ambiente e il ricorso ad una fotografia capace di creare atmosfere davvero inquietanti e di variare continuamente anche le tonalità dei colori utilizzati. Tutto questo viene associato ad un mirabile senso del ritmo che si traduce in un plot che concede pochissime pause e alla scelta di utilizzare sia ambienti interni che ed esterni. Una decisione che, oltre a dare maggior slancio al succitato ritmo, si dimostra funzionale ad infondere al film una vena sia da home invasion che da classico slasher americano anni Ottanta; quest’ultimo aspetto raggiunge la sua sublimazione nel momento in cui la protagonista viene inseguita da figure il cui volto è coperto da maschere argentee e armate con coltellacci pronti a sventrare la propria vittima, proprio come avveniva in quello considerato da tanti come il decennio d’oro del cinema horror. La scena madre, in tal senso, è quella del lungo inseguimento in biblioteca con Justine che è costretta a divincolarsi tra gli scaffali i cui corridoi vengono volutamente inquadrati da lontano in modo da renderli lunghi e senza fine, cosa che acuisce maggiormente il senso di oppressione e accerchiamento. Gli unici piccoli appunti che si possono muovere sono quelli di non aver indugiato neanche un minimo sulla violenza fisica, anche in quei momenti in cui non sarebbe stata fuori luogo, ed un finale un po’ troppo telefonato che tuttavia non scalfisce la buona riuscita di un film nel complesso positivo e rifocillante per tutti gli appassionati del genere. Ottima la prova di una Haley Bennett a proprio agio nell’interpretare un personaggio che nell’arco della vicenda si trasforma da ragazza seria e diligente in eroina per caso come vuole la tradizione di questa tipologia di film. Per quanto riguardo il resto del cast, invece, le perfomances sono ingiudicabili in quanto i volti sono coperti da maschere o da cappucci ingombranti, compreso quello di Ashley Greene il cui potenziale elevato viene sfruttato solo in pochissimi tratti. “Kristy”, in conclusione, è davvero un film ben fatto e realizzato con grande cura di ogni dettaglio ed esemplificativo di come si possa realizzare un prodotto di qualità anche per il grande pubblico.

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