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LA MORT MARCHE EN TALONS HAUTS - NUITS D'AMOUR ET D'ÉPOUVANTE

La morte cammina con i tacchi alti

1971 ES
novembre 30, 1971

Un célèbre voleur de bijou est battu à mort dans un train. Nicole, sa fille, danseuse à Paris, est interrogée par la police sur une affaire de diamant volé. Ne sachant rien, elle est relâchée. Elle a alors la sensation d'être épiée quand elle est terrorisé par un homme masqué qui l'interroge sur l'endroit où est caché le diamant volé. Effrayée, Nicole fuit en Angleterre...

Réalisateurs

Luciano Ercoli

Distribution

Frank Wolff, Nieves Navarro, Simón Andreu, Carlo Gentili, George Rigaud, José Manuel Martín, Fabrizio Moresco, Luciano Rossi, Claudie Lange, Osvaldo Genazzani
Horreur Thriller Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Nicole è la figlia di un celebre ladro, autore del furto di una grossa fortuna in diamanti, ucciso misteriosamente su un treno. La ragazza, dopo essersi trasferita a Parigi con il fidanzato e aver cominciato la carriera di ballerina in night clubs, comincia a ricevere minacce da un misterioso uomo dal volto coperto da un passamontagna e dagli occhi celesti, finché una notte, dopo essere stata aggredita nella sua stanza ed essersi precipitata a casa del fidanzato, Nicole scopre nel bagno dell’uomo un paio di lenti a contatto celesti. Terrorizzata e sicura che il suo persecutore non sia altro che il suo ragazzo, Nicole decide di accettare la proposta di un suo ammiratore e di andare ad abitare con lui in Inghilterra. I giorni passano tranquilli, Nicole si rifà una vita e proprio quando è in procinto di sposarsi con l’uomo che l’ha portata in salvo, il pericolo torna a perseguitarla. Nella sua carriera registica, l’apprezzato produttore Luciano Ercoli si è dedicato anche al thriller; con precisione il cosiddetto “spaghetti – thriller” che ha preso piede in Italia nei primi anni ’70 grazie alle innovative pellicole di Mario Bava e Dario Argento. “La morte cammina con i tacchi alti” è la prima incursione di Ercoli nel thriller, ma si tratta di un thriller anticonvenzionale, poiché, invece di rifarsi alla ormai topiche atmosfere argentiane, si ispira maggiormente al giallo di tradizione anglosassone, mettendo in scena un’intricata storia di intrighi, furti, gelosie e depistaggi, lasciando molto in secondo piano l’aspetto sensazionalistico e violento, tanto caro alla tradizione italiana. Alcuni allacci con la tradizione nostrana sono forniti essenzialmente dall’aspetto erotico della vicenda, piuttosto accentuato e riconducibile ad esigenze di mercato che imponevano l’inserimento di connotati sexy dopo l’ottimo successo di precedenti pellicole che hanno lanciato nell’olimpo delle star alcune attrici che si sono poi perse nel mare dei generi. “La morte cammina con i tacchi alti” ha una struttura anomala per un thriller: inizia inoltrandosi immediatamente nel giallo spionistico, con furto, omicidio e ricerca della refurtiva. Si fornisce poi una parziale soluzione al caso, che conduce ad un’apparente ritorno all’equilibrio narrativo ed emotivo dei personaggi; fino al totale spiazzamento dello spettatore tramite un espediente inaspettato che porta al mutamento del punto di vista sull’intera vicenda. L’incipit del film, dunque, può risultare poco avvincente e risaputo, ma grazie ad alcune buone trovate di sceneggiatura, si riesce a dare una svolta piuttosto interessante e originale alla storia, anche se poi il tutto si conclude in maniera convenzionale ed anche abbastanza prevedibile. Il cast è composto da una serie di buoni attori tra i quali si ricordano specialmente Susan Scott (“I ragazzi del massacro”; “La morte accarezza a mezzanotte”), nei panni di Nicole, Simon Andrei (“La morte accarezza a mezzanotte”; “Occhi di cristallo”) nel ruolo di Michel e Frank Wolff (“C’era una volta il west”; “La morte risale a ieri sera”) nei panni del Dott. Robert Matthews. “La morte cammina con i tacchi alti” risulta così un giallo che si lascia guardare ma non fornisce motivi per essere ricordato: da una parte coinvolge nello svolgimento della vicenda ed è nobilitato da una solidissima regia e un buon cast, ma dall’altro delude per alcune banalità narrative, per un ritmo alterno e per la totale mancanza di scene forti.

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