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L'ALBA DEI MORTI VIVENTI

Dawn of the Dead

2004 US
marzo 19, 2004

La popolazione mondiale è stata colpita da un misterioso flagello e un esercito di zombie spinti da un'insaziabile fame di carne umana sta per prendere il sopravvento. Dopo essere fuggita dalla sua casa nel Winsconsin, Ana Clark si unisce ad un gruppo di sopravvissuti che comprende un agente di polizia, lo stoico Kenneth, il timido e riservato Michael e Andre, un duro abituato a tutto e con la moglie incinta. Il gruppo trova rifugio in un centro commerciale abbandonato che si trasforma in una vera e propria fortezza.

Cast

Sarah Polley, Ving Rhames, Jake Weber, Mekhi Phifer, Ty Burrell, Michael Kelly, Kevin Zegers, Michael Barry, Lindy Booth, Jayne Eastwood
Horror Azione
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Una misteriosa epidemia sta resuscitando tutti i morti, rendendoli feroci mostri assassini. Un’infermiera vede il proprio compagno morire e resuscitare sotto i propri occhi e, dopo essere scampata alla furia omicida del mostro, mentre l’intera città è nel caos, incontra quattro sopravvissuti (un poliziotto di colore, una coppia di cui lei è incinta e un tizio dall’aria bonaria) e insieme si rifugiano in un centro commerciale, in cui trovano presto l’ostilità di tre guardie gia rifugiatesi all’interno. Da lì a poco un camion carico di sopravvissuti, tra i quali anche diversi contagiati, arriverà per chiedere ospitalità e i morti viventi non tarderanno ad assaltare il loro rifugio. I fan del leggendario “Dawn of the dead” di George A. Romero temevano il peggio (me compreso), invece questa rivisitazione in chiave moderna di Zack Snyder è risultata una delle più belle sorprese dell’annata cinematografica horror 2004. Uno dei suoi punti di forza è stato la scelta di non creare un semplice remake, ma di proporre una variazione sul tema, anzi sembra più che altro di assistere ad una vicenda parallela al film del ’78: medesima situazione ma personaggi e svolgimento della storia completamente differenti. Del resto è la stessa formula che ha decretato il successo di un altro recentissimo “remake”, quello di “Non aprite quella porta”. Il film di Snyder è affollato da molti più personaggi in confronto al suo predecessore tra cui spiccano l’infermiera protagonista interpretata da una bravissima Sarah Polley, il poliziotto tutto d’un pezzo ma sotto sotto da un cuore d’oro interpretato dal Vingh Rhames di tarantiniana memoria e il simpatico ex padre di famiglia nonché marito fallito ottimamente interpretato da Jake Weber; intorno a loro ruotano una serie di personaggi stranamente ben caratterizzati per essere parte del cast di uno splatter movie: si va dalla guardia del centro commerciale dell’indole violenta al suo collega più giovane e ragionevole che si innamora di una fragile ragazza che ha appena perso il padre, passando per un anziano signore dalle tendenze omosessuali e senza trascurare la ragazzetta svampita che si concede facilmente e il bastardo di turno che tenta di tradire il gruppo. Questo variopinto gruppo di personaggi va a condire un film che abbonda di scene felicemente splatter che faranno la gioia di ogni appassionato. Il make up degli zombi, inoltre, è realizzato molto bene ed è costituito da tre stadi che corrispondono a tre parti del film: all’inizio gli zombi appaiono semplicemente come persone ferite e sanguinanti; nella parte centrale del film presentano ferite asciutte e principi di putrefazione; nella parte finale sono dei veri e propri mostri con la carne a brandelli. Inoltre bisogna sottolineare che in questo film i morti viventi tradiscono il prototipo Romeriano dello zombi lento e ciondolante, donandogli invece movenze veloci e aggressive (un po’ come gli infetti del film di Danny Boyle “28 giorni dopo”), che fanno perdere sicuramente alla figura dello zombi il suo fascino inquietante, ma donano all’intera vicenda un senso di pericolo maggiore e una più accentuata verosimiglianza (naturalmente con la consapevolezza che si sta trattando un tema del tutto inverosimile!). In conclusione, con “L’alba dei morti viventi” si è riusciti a portare a termine in maniera più che soddisfacente una “missione impossibile”, cioè riproporre alle masse di oggi un capolavoro assoluto della cinematografia horror senza deludere il fan del film precedente. Naturalmente il nuovo “Dawn of the dead” perde tutte le simbologie e i sottintesi socio-politici di cui si caricava l’originale, ma è senza dubbio un ottimo prodotto d’intrattenimento. Curiosità. “L’alba dei morti viventi” rende omaggio ai personaggi del film di Romero, affidando agli attori che li avevano interpretati dei piccoli cammei; così si può ritrovare Tom Savini, che nel film precedente aveva curato gli effetti speciali e aveva interpretato un teppista motorizzato, nei panni di uno sceriffo che fornisce una dritta su come eliminare i morti viventi; Ken Foree, il Peter Washington del film di Romero, che qui interpreta un predicatore che pronuncia la farse cult “quando non ci sarà più posto all’inferno, i morti cammineranno sulla terra”; mentre Scott Reiniger, il Roger De marco di “Zombi”, appare nelle vesti di un colonnello dell’esercito.

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