Organizm backdrop
Organizm poster

ORGANIZM

Living Hell

2008 US
février 23, 2008

Les cicatrices que Frank Sears porte sur le corps trouvent leur origine derrière les portes d'un laboratoire secret de l'armée, profondément enfoui dans le désert du nouveau-Mexique. C'est là que, des années plus tôt, s'est déroulée une terrifiante expérience biologique que les militaires ont jugé préférable d'abandonner... et de cacher. Réveillé, cet organisme qui échappe à tout contrôle, absorbe lumière et énergie et se développe à une vitesse ahurissante, va s'attaquer aux êtres humains...

Réalisateurs

Richard Jefferies

Distribution

Johnathon Schaech, Erica Leerhsen, James McDaniel, Jason Wiles, Terence Jay, Joshua Rollins
Horror Azione Thriller Fantascienza televisione film
HMDB

CRITIQUES (1)

LP

Luca Pivetti

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Frank Sears scopre un progetto top-secret in una base militare e da questo viene a conoscenza di una creatura, simile ad un vegetale, che si nutre di luce ed energia e continua a crescere, inglobando e distruggendo tutto ciò che gli si para davanti. Mentre l’esercito si accinge a combattere, in maniera del tutto inefficace, l’avanzare della creatura, e le persone cercano di sfuggire al suo inarrestabile cammino, Frank scoprirà che l’origine di questo Male ha a che fare con il suo stesso passato e con la sua paura più grande. “Living Hell” è il secondo dei tre film prodotti da Robert Kurtzman per l’home video ad approdare nel nostro Paese, dopo il disastroso slasher “Buried Alive”, un inno all’incompetenza e alla mancanza di idee di proporzioni apocalittiche. Chi scrive sperava che almeno con “Living Hell” Kurtzman avesse speso i propri soldi per un progetto degno di essere supportato, ma spiace constatare che anche questa volta l’ex-guru degli effetti speciali e ora regista a giorni alterni ha toppato alla grande. Diretto da Richard Jefferies, sceneggiatore del guardabile “Oscure Presenze a Cold Creek”, “Living Hell” sembra voler omaggiare i b-movie d’invasione degli anni ‘50-‘60 con i mezzi di oggi, ma lo scopo non è stato per niente raggiunto, in quanto nessuno sentiva il bisogno di una versione demente e vegetale di “Blob”, tanto l’originale quanto il bellissimo remake degli anni ‘80 ad opera di Chuck Russell. Già, perchè al posto della sostanza gelatinosa abbiamo questo misterioso essere plantiforme (viva i neologismi), ma per il resto ci si muove tranquillamente sulle coordinate del cult movie citato sopra. La creatura cresce a dismisura di minuto in minuto, inglobando e distruggendo tutto ciò che incontra sul proprio cammino. Inutili i tentativi dell’esercito, le città vengono evacuate e blah blah blah, tutto da manuale. Risultato: lo spettatore si annoia presto non solo a causa della prevedibilità di una vicenda ormai vista e rivista migliaia di volte, ma anche della totale mancanza di tensione narrativa, una regia televisiva, personaggi poco caratterizzati e, last but not least, degli effetti speciali in CGI pessimi. Se non si hanno i mezzi per fare un film e non si è in grado di sopperire ad essi con trovate intelligenti evitiamo di fare il film, per favore, perchè se i risultati devono essere quelli di “Living Hell” nessuno ne sentirà la mancanza. Appare infatti evidente che dopo la prima mezz’ora nessuno sappia più dove andare a parare e proprio per questo il film cade nella ripetitività e nei clichées, la suspence cala improvvisamente (a patto che abbia mai fatto la sua comparsa) e i personaggi sembrano muoversi come marionette senza capire realmente cosa stia succedendo in scena. Ecco quindi diluire una trama che di per sé risulta già abbastanza esile in novanta minuti privi di attrattiva che, per la cronaca, non è che siano noiosi per la mancanza di ritmo (perchè la pianta ne fa di casino) ma per il semplice fatto che tutto prende luogo senza grandi sussulti, senza catturare la fantasia e l’attenzione dello spettatore. Tutto fila liscio, ma non c’è nulla che possa rimanere nella memoria dello spettatore una volta terminato il film. Colpa di una sceneggiatura priva di idee e che spara tutte le sue poche cartucce troppo in fretta, di personaggi troppo stereotipati (e basta con i militari dal cervello atrofizzato!!!) e di una regia davvero troppo ma troppo televisiva. Si salva una bella fotografia rovinata purtroppo da interventi di CGI che non riescono minimamente a legarsi in maniera convincente con il contesto, ed una sezione finale piuttosto cupa e claustrofobica dalla carica disturbante non indifferente. Proprio questo fa rabbia: “Living Hell” funziona decentemente all’inizio ed alla fine, ma tutto quello che c’è in mezzo è puro vuoto di idee e incapacità nel creare la giusta tensione. Il cast non è certo fra i punti di forza della pellicola, ma allo stesso tempo non va ad affossare ulteriormente un prodotto fin troppo educato (pochissimo sangue, minimi dettagli violenti) che può (deve) passare tranquillamente inosservato senza che nessuno senta la sua mancanza. Se proprio volete vedervi un horror con un mostro plantiforme incazzoso, buttatevi sull’angosciante “Rovine” e se siete in vena dei b-movies che furono tornate a vedervi “Blob” o, per rimanere in tema vegetale, “Il Giorno dei Trifidi”. Provaci ancora, Kurtz!!!

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