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M - Eine Stadt sucht einen Mörder

1931 DE
May 11, 1931

In this classic German thriller, Hans Beckert, a serial killer who preys on children, becomes the focus of a massive Berlin police manhunt. Beckert's heinous crimes are so repellant and disruptive to city life that he is even targeted by others in the seedy underworld network. With both cops and criminals in pursuit, the murderer soon realizes that people are on his trail, sending him into a tense, panicked attempt to escape justice.

Directors

Fritz Lang

Cast

Peter Lorre, Ellen Widmann, Inge Landgut, Otto Wernicke, Theodor Loos, Gustaf Gründgens, Friedrich Gnaß, Fritz Odemar, Paul Kemp, Theo Lingen
Drama Thriller Crime
HMDB

REVIEWS (1)

AG

Alessio Gradogna

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Hans Beckert è un maniaco omicida che terrorizza un'intera popolazione. Egli rapisce bambine di 7-8 anni, le rabbonisce regalando loro caramelle e palloncini, e le uccide fischiettando un allegro motivetto. La città è nel panico, manifesti vengono affissi e ricchissime taglie vengono promesse per la sua cattura, ma tutti brancolano nel buio, soprattutto la polizia, che perde tempo in inutili congetture non ricavandone nulla. A questo punto entrano in scena i malviventi della città, furiosi per il fatto che Beckert rovini la loro reputazione e usurpi il loro territorio. Lo cercano, lo riconoscono, lo cacciano, e quando riescono a prenderlo lo sottopongono ad un vero e proprio processo. Uno dei più grandi capolavori della storia di cinema. Il primo film sonoro di Fritz Lang, scritto in collaborazione con la moglie Thea Von Harbour, il quale va a costituire il più fulgido e concreto esempio di serial killer apparso sul grande schermo (tema che Lang aveva peraltro già trattato con il Dr.Mabuse). Un film inquietante e misterioso, giocato sulle madri che aspettano invano il ritorno della loro bambine in realtà rapite e uccise dal maniaco (un perfetto Peter Lorre), sul motivetto tratto dal Peer Gynt (fischiettato dallo stesso Lang perché Lorre non ne era capace) che annuncia l'esiziale presenza del mostro, sull'ombra del suo volto proiettata in controluce sui muri, e soprattutto sulla contrapposizione tra l'inutilità pratica della polizia, impegnata in interminabili riunioni situate in uffici coperti perennemente dal fumo dei sigari ma inefficace nello svolgere il proprio compito, e l'orgoglio di una popolazione di delinquenti gelosi del proprio ruolo e dell'appartenenza ad una grande famiglia da cui Beckert è invece inesorabilmente escluso. Un film pieno di immagini leggendarie (la tavola vuota nella prima splendida sequenza, che segna indirettamente la morte della piccola Elsie, e il suo palloncino abbandonato sui cavi elettrici. Il montaggio parallelo in cui polizia e malviventi tracciano i piani per catturare il mostro, le inquadrature di una città squallida e raggelante nella sua desolazione), e con una parte finale, il processo, entrata giustamente nella storia, in cui uno spaurito e terrorizzato Lorre offre la miglior prova della sua carriera. Lang si schiera apertamente contro le istituzioni (come in Metropolis), padroneggia alla perfezione la messinscena, e noi non possiamo che provare pietà per un mostro che uccide spinto dall'istinto e non dalla premeditazione, e che poi forse tanto mostro non è.

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