Man-Thing - La naturaleza del miedo backdrop
Man-Thing - La naturaleza del miedo poster

MAN-THING - LA NATURALEZA DEL MIEDO

Man-Thing

2005 US
abril 21, 2005

Kyle Williams creía que encargarse del puesto de sheriff en la tranquila ciudad de Bywater sería exactamente el cambio de vida que necesitaba. Aire fresco, paz y calma, una ciudad a la que los autóctonos denominaban orgullosamente "el paraíso de los amantes del pantato" parecía ser el lugar perfecto. Pero la plácida ciudad no es lo que parece. Mientras investiga una serie de espeluznantes asesinatos, Kyle descubre que los nativos esconden un escalofriante secreto. En lo más profundo de las aguas pantanosas, hay algo que está matando a su gente.

Reparto

Matthew Le Nevez, Rachael Taylor, Jack Thompson, Rawiri Paratene, Alex O'Loughlin, Steve Bastoni, Robert Mammone, Patrick Thompson, William Zappa, John Batchelor
Aventura Terror Acción Ciencia ficción Romance
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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A Bywater, un paesino palustre nel sud degli Stati Uniti, accadono fatti strani e inquietanti: decine di persone sono scomparse senza lasciare traccia e solo alcuni sono stati ritrovati cadaveri, orrendamente mutilati, nelle acque della palude. La popolazione natia attribuisce la colpa ad un antico spirito, indispettito dall’operazione di degrado ambientale messa in atto dall’industria petrol-chimica che scarica i propri liquami nella palude. Quando anche lo sceriffo scompare, viene convocato un giovane sostituto che, con l’aiuto di una bella ecologista e uno strambo fotografo, tenterà di gettare luce sul mistero delle acque nere di Bywater. Prodotto dalla mente della Marvel Comics Stan Lee, “Man – Thing” è un insolito horror dallo spiccato animo ecologista, che trae ispirazione dall’omonimo e poco noto (in Italia) fumetto Marvel. Qualche situazione e alcune scenografie di questo film possono rimandare al lontano cugino craveniano “Il mostro della palude”, a sua volta tratto dal fumetto della DC Comics “Swamp Thing”; ma se nell’ultra pop film di Craven l’intera messa in scena tende al ridicolo (non volontario, purtroppo!) e l’aspetto tecnico risultava piuttosto dozzinale, in “Man – Thing” si è deciso di trattare l’argomento con la massima serietà e con una certa cura formale da vero prodotto di serie A. Infatti il vero punto forte risultano essere le suggestive scenografie che riproducono le buie e inquietanti paludi che caratterizzano alcune zone del sud degli Stati Uniti; anche il look del mostro è più che apprezzabile: una maestosa creatura vegetale dalle caratteristiche fattezze di un enorme albero tentacolato, simile alle creature che popolano tante fiabe e incubi infantili. Anche gli effetti speciali digitali, con cui spesso è stata realizzata la creatura, sono ben fatti e non hanno assolutamente nulla da invidiare a prodotti con budget ben superiori. Poco vario invece risulta il reparto gore, che dalle premesse avrebbe fatto presumere scintille (l’introduzione con coppietta aggredita e ragazzo squartato), invece si limita ad un’autopsia e un omino fatto a pezzi in lontananza (rigorosamente in digitale!). Alla regia troviamo Brett Leonard (“Incubo in corsia”; “Il Tagliaerbe”) che svolge un lavoro diligente senza comunque lasciare il segno, ma che ha il pregio di trasformare un prodotto direct to video come “Man – Thing” in un horror di tutto rispetto, ben differente dal classico prodotto scadente distribuito per il solo mercato dell’ home video. “Man – Thing” però è anche caratterizzato da alcune lacune che non permettono allo spettatore di essere pienamente soddisfatto; per prima cosa, è inevitabile notare il non eccelso lavoro che è stato compiuto con la sceneggiatura, sicuramente gravato dal difficoltoso compito di tradurre in film una storia che risultasse credibile anche agli appassionati del fumetto originale. Purtroppo l’impresa non è riuscita poiché i personaggi visti nel film non hanno davvero nulla a che fare quelli del fumetto e anche l’alone ecologista non sempre si adatta alle tematiche del prototipo Marvel. Inoltre i personaggi non sono stati ben curati poiché non presentato il minimo di costruzione psicologica credibile, essendo stati delineati tutti con il proverbiale taglio d’accetta: i buoni troppo buoni, impegnati nel difendere giuste cause (anche umanitarie) e i cattivi troppo cattivi (senza scrupoli e pronti a inquinare il territorio per favorire il loro tornaconto economico), nel mezzo c’è “la cosa umana” che a volte appare anche un po’ intrusa. Da segnalare anche un’eccessiva ridondanza di situazioni e alcuni punti morti che popolano la parte centrale del film, compromettendo a tratti l’attenzione dello spettatore. In complesso “Man – Thing” si può considerare un prodotto accettabile, sicuramente ben fatto sotto l’aspetto tecnico, ma penalizzato da una sceneggiatura poco incisiva e dal peso di un prototipo cartaceo a cui non si attiene a dovere. Voto arrotondato per eccesso.

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