The Screwfly Solution backdrop
The Screwfly Solution poster

THE SCREWFLY SOLUTION

2006 US
December 8, 2006

A strange virus renders the entire human male population into homicidal maniacs who end up wiping out all females, leaving a woman and her daughter to fend for themselves.

Directors

Joe Dante

Cast

Jason Priestley, Elliott Gould, Kerry Norton, Linda Darlow, Brenna O'Brien, Steve Lawlor
Horror TV Movie
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Una pericolosa specie di mosche, chiamate mosche dei canneti, miete ogni anno molte vittime tra le popolazioni di alcuni paesi dell’America Latina. Per combattere questo parassita, il governo incarica un team di scienziati di sviluppare un pesticida che porti all’estinzione questa micidiale mosca annullando in essa l’istinto della riproduzione. In quegli stessi luoghi cominciano a verificarsi, però, degli strani casi d’omicidio in cui l’assassino è sempre di sesso maschile e la vittima di sesso femminile, sembra inoltre che questi orribili delitti siano legati proprio al propagarsi di questo pesticida che pare avere effetto anche sull’uomo. “Masters of Horror” è un singolare progetto nato dalla mente di Mick Garris, regista noto in ambito horror soprattutto per le trasposizioni dei romanzi di Stephen King. Garris ha pensato di riunire i più rappresentativi registi di horror cinematografico in un progetto destinato alla tv via cavo Showtime e all’home video, il risultato è “Masters of Horror”, una serie di 13 mediometraggi da 60 minuti l’uno, ognuno diretto da un grande nome del cinema di genere; ogni episodio ha un budget di 1,8 milioni di dollari, la location fissata nella città canadese Vancouver ed è stata concessa la più totale libertà creativa ad ogni regista. I nomi coinvolti nella seconda stagione di questo progetto sono: Tobe Hooper, Dario Argento, Stuart Gordon, Joe Dante, John Carpenter, John Landis, Ernest Dickerson, Brand Anderson, Tom Holland, Peter Medak, Rob Schmidt, Norio Tsuruta e lo stesso Mick Garris. Il soggetto di “Contro Natura”, tratto da un racconto di James Tiptree Jr., è di quelli veramente accattivanti, carichi di talmente tante potenzialità cinematografiche da far ben sperare anche il più accanito detrattore di questa serie tv ideata da Mick Garris; eppure a visione terminata lo spettatore avrà molte possibilità di rimanere fortemente deluso da questo settimo episodio della seconda stagione di “Masters of Horror”. Joe Dante ha già realizzato per questa serie tv l’episodio più apertamente politico, quel “Candidato maledetto” che all’unanimità è stato “eletto” come tra i film più riusciti della prima stagione; stavolta il regista di “Piranha” tenta la carta della sempre attuale tematica ecologica, anche stavolta contaminata con elementi socio-politici. Le guerre religiose e le differenze culturali si scontrano con la questione della parità dei sessi: l’episodio si apre con espliciti riferimenti alla condizione della donna nelle culture islamiche e non a caso quando scoppia l’ondata omicida si pensa ad un attacco batteriologico proveniente dal medio-oriente. Dante palesa ancora una volta l’ormai risaputa paura dell’uomo occidentale per le tensioni internazionali che stanno caratterizzando la nostra epoca e lo fa con uno sguardo meno “di parte” in confronto alla sua prova precedente nei “Masters of Horror”, limitandosi alla denuncia di carattere più generale, più ampio. Ed è proprio l’ampiezza che limita questo film, intesa come ampiezza di vedute, di narrazione, di tematiche e di generi affrontati che fa di “Contro Natura” un prodotto gradito ma obiettivamente non riuscito. La troppa carne al fuoco presente in questo mediometraggio fa si che l’arrosto risulti poco cotto e anche un po’ insipido: vengono coinvolti nella vicenda troppi personaggi, con la conseguenza che nessuno sia approfondito a dovere e con il grave difetto che alcuni (anche fondamentali) scompaiono dalla scena improvvisamente senza che lo spettatore sappia poi nulla sulla loro sorte. La narrazione è sviluppata in un arco di tempo troppo ampio, reso noto da didascalie che informano sullo scorrere dei mesi, dando un senso di frammentarietà generale; così come troppa è la varietà di elementi che si tenta di inserire (catastrofe ecologica, estremismo religioso, caccia all’uomo, disgregamento familiare, l’orrore nella provincia, invasione aliena), più dei quali poi non sviluppati per ovvia mancanza di tempo. Visto il risultato che risente notevolmente del limite imposto dalla tempistica da mediometraggio, siamo convinti che se Joe Dante ne avesse fatto un lungometraggio, il risultato sarebbe stato di gran qualità, perché le potenzialità per un ottimo lavoro c’erano tutte. Lascia alquanto interdetti, comunque, la scelta di fornire allo spettatore una spiegazione fantascientifica a tutta la vicenda che, oltre a sapere di “già visto”, dà un senso di quasi ridicolo alla scena e uccide tutti i significati intrinseci che fino a quel punto si erano venuti a creare. Malgrado la tematica trattata la violenza è molto contenuta (l’unica scena “forte” è l’accoltellamento di una ballerina), al contrario Dante punta sull’erotismo visuale, concentrandosi spesso su scene di nudo e allusioni sessuali. Insomma, una bella occasione sostanzialmente sprecata.