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PSICOSIS EN VENECIA

Nero veneziano

1978 IT
febrero 18, 1978

Un chico ciego tiene una visión que le advierte del nacimiento del anticristo.

Directores

Ugo Liberatore

Reparto

Renato Cestiè, Rena Niehaus, Yorgo Voyagis, Olga Karlatos, Fabio Gamma, José Quaglio, Angela Covello, Ely Galleani, Lorraine De Selle, Tom Felleghy
Horror Mistero
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Mark e Christine sono fratello e sorella, orfani e affidati alle cure della nonna materna. Quando la tutrice muore, i due vanno ad abitare dagli zii che hanno un albergo a Venezia. Mark č cieco da alcuni anni ma č soggetto a terribili visioni in cui assiste a scene macabre e presagi di morte, in cui vede spesso coinvolto un uomo vestito di nero accompagnato da un levriero dello stesso colore. Quando anche gli zii muoiono in circostanze misteriose, Christine eredita l’albergo e decide di portarlo avanti. Un giorno Mark viene aiutato da un uomo che Christine decide di ospitare per riconoscenza nell’albergo, Mark perň č contrario e ha la sensazione che quell’uomo sia lo stesso delle sue visioni. Malgrado ciň, la ragazza si innamora dell’uomo e rimane incinta di lui, perň Mark ha il brutto presentimento che in tutta la questione ci sia lo zampino di un essere maligno. Un po’ in ritardo sui tempi che si proponevano di cavalcare l’onda anomala del cinema demoniaco portato in auge da grandi successi internazionali come “Rosemary’s Baby”, “L’esorcista” e “Il presagio”, “Nero veneziano” punta tutto sull’atmosfera per fornire allo spettatore voglioso di emozioni forti proprio una variante italica del celebre film di Polanski uscito piů di 10 anni prima. Ugo Liberatore, giŕ regista di “Il sesso degli angeli” e “Bora Bora” e qui al suo ultimo film, decide di puntare tutto sull’ottima location che ha a disposizione, quella Venezia delle calli nebbiose e dei vicoli lugubri che č la vera incontrastata protagonista del film. La scelta č davvero ottima e Liberatore č in grado di restituire allo spettatore un’atmosfera che da sola fa il film, affascinante e macabra, capace realmente di creare riuscite suggestioni da film horror di serie A. Eh giŕ, perché se poi andiamo ad esaminare gli altri elementi che compongono “Nero veneziano” non c’č proprio da gridare al miracolo, piuttosto ci si trova dinnanzi a un prodotto si dignitoso di quelli che venivano prodotti all’epoca in Italia, ma per tanti aspetti ancorato anche all’ambito del mediocre. Due sono i maggiori difetti di “Nero veneziano”, la sceneggiatura e le interpretazioni. Da un soggetto scritto insieme a Ugo Liberatore, Roberto Gandus trae una sceneggiatura che cerca di mescolare molti dei luoghi comuni dell’horror demoniaco, con grande predilezione per “Rosemary’s Baby”, come aveva giŕ fatto “Un fiocco nero per Deborah” qualche anno prima, soprattutto per quanto riguarda la gravidanza della protagonista e il clima di paranoia che aleggia un po’ su tutta la vicenda. Perň in “Nero veneziano” emerge immediatamente una sensazione di confusione, intuibile anche dalla sinossi del film; c’č un accumulo incontrollato di tematiche, di elementi, di personaggi, che poi, ovviamente, non riescono a trovare pari svolgimento ed esplicazione nei 90 minuti scarsi di durata. La sceneggiatura del film sembra quasi anticipare il caos narrativo di alcuni film di Lucio Fulci dei primi anni ’80, ma purtroppo a “Nero veneziano” manca quell’armonia e quel fascino surreale dei suddetti lavori, suscitando invece confusione e palesando buchi narrativi. Inoltre, diverse scene che dovrebbero esprimere drammaticitŕ in realtŕ risultano ridicole e mi riferisco in particolare ad alcuni momenti che ostentano la cecitŕ di Mark, mostrato in difficoltŕ quando č da solo con effetti che perň fanno sorridere. E un po’ della colpa forse va all’interprete Renato Cestié, salito alla ribalta con il lacrima-movie “Il venditore di palloncini” (1974) e diventato piuttosto celebre negli anni ’80 grazie alla serie “I ragazzi della 3°C”, qui impegnato in un ruolo drammatico che forse non si lega troppo a lui. Nel ruolo del misterioso uomo in nero c’č il caratterista greco Yorgo Voyagis, noto anche per “La casa stregata” con Renato Pozzetto e “Nosferatu a Venezia”, mentre nel ruolo della protagonista Christine c’č l’efficace Rena Niehaus, giŕ protagonista del dittico “La orca” e “Oedipus orca”. In piccoli ruoli compaiono anche Olga Karlatos e Lorraine De Selle. Č interessante vedere come Liberatore non si sia fatto mancare anche una buona dose di efferatezze con una scena ai danni di un neonato decisamente molto forte e tagliatissima in tutti i passaggi televisivi del film. “Nero veneziano” č dunque un film che viaggia costantemente sul filo del rasoio, per certi versi affascinante e sicuramente riuscito nel ricreare un’atmosfera macabra e misteriosa, ma allo stesso tempo caotico e a tratti un po’ ridicolo. Merita comunque di essere recuperato, testimone di un’epoca in cui l’Italia era molto prolifica nel genere horror riuscendo a rielaborare con fantasia una storia giŕ insita nell’immaginario dello spettatore. Disponibile in DVD Medusa Video e recentemente rieditato da CG Home Video.