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2006 CA
septiembre 26, 2006

Un gruppo di amici, Mike, Darren, Emily, Linda e Sarah sono in vacanza in Asia. La loro curiosità e voglia di divertirsi li porta a girare di notte per i locali notturni della città. Purtroppo s'imbattono in alcuni personaggi alquanto sinistri tra cui un potente Boss di una triade cinese con il quale Mike ha un acceso diverbio. Il potente e sadico Boss, con la complicità del gestore di un locale riesce ad adescare i giovani turisti. La punizione che la sua mente perversa insieme al suo braccio destro, il Macellaio, ha deciso di consumare nei confronti dei giovani è a dir poco allucinante e sconvolgente....chi vivrà non dimenticherà...

Directores

Ryan Nicholson

Reparto

Kevan Ohtsji, Taayla Markell, Stephen Chang, Greg Chan, Lee Tichon, Rob Scattergood, Caroline Chojnacki, Ashley Schappert, Mike Bennett, Ted Friend
Terror Acción Suspense
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Cinque ragazzi americani in vacanza di piacere in Cina si imbattono in un locale a luci rosse, il Venus Theatre. Vogliosi di nuove ed estreme esperienze, i giovani decidono di entrare, tralasciando il tentativo di dissuasione di un ragazzo incontrato da quelle parti. I cinque turisti scopriranno sulla loro pelle che il Venus Theatre è un locale gestito da una pericolosissima triade mafiosa, il cui boss gode nel vedere torturare ed uccidere incauti viaggiatori, per poi divorarne i resti! Il cinema horror degli ultimissimi anni sembra aver imboccato una via del tutto particolare, una strada dissestata, piena di buche e senza indicazioni stradali, una strada che conduce direttamente a lugubri magazzini attrezzati con strumenti di tortura e ostelli regno di violenze e depravazioni. E’ nato un nuovo filone dell’horror, denominato “torture porno”, di cui fanno parte dei film estremi che hanno nell’esibizione della violenza e nella spettacolarizzazzione della sofferenza umana il loro fulcro. I prototipi si chiamano “Saw” e “Hostel”: non c’è alcuna incursione nel paranormale, tutto ciò che accade è opera di esseri umani, spietati e fantasiosi; la caratteristica principale di questi film è la tortura, afflitta con arguti macchinari di morte o con più semplici attrezzi da macellaio, sadismo e gore. Più sangue scorre, più lo spettatore è appagato! “Saw” ha già avuto il suo clone di routine con lo scadente “Are you scared?”, ora è toccato ad “Hostel”, che ha generato uno scrauso doppione low-budget dal suggestivo titolo “Pasto Umano”. Purtroppo abbiamo a che fare con un prodotto di infima categoria, un filmetto realizzato con scarsi mezzi che non riesce a raggiungere neanche la mediocrità a causa di una messa in scena poco credibile e di una marea di difetti tecnici e artistici. La mancanza di originalità non è un gran problema, in fin dei conti dai “torture porno” non si ci aspetta una trama articolata e una particolare fantasia narrativa, ma quello che più sconcerta di questo “Pasto Umano” è la grande approssimazione con cui è stato realizzato: il cast è composto da un manipolo di sconosciuti (ad eccezione di Stephen Chang che qui interpreta il perfido boss) assolutamente incapaci di esprimersi davanti ad una macchina da presa, a ciò va aggiunta una qualità tecnica della confezione d’insieme che si posiziona su livelli bassissimi: fotografia inesistente, montaggio dilettantesco, musiche anonime e scenografie orrende. Anche la regia appare del tutto inefficace, affidata ad un esperto di effetti speciali, tale Ryan Nicholson (nel suo curriculum ci sono film del calibro di “Existenz”, “Il 13°Guerriero” e “La promessa”), che però non sembra affatto padrone del ruolo di regista, malgrado qui non sia proprio agli esordi (“Pasto Umano” è la sua terza regia). L’unico elemento che rende “Pasto Umano” minimamente interessante all’occhio dello spettatore di film horror è la massiccia dose di violenza splatter esibita che non risparmia davvero nulla all’immaginazione: tra decapitazioni, amputazioni, seni perforati e genitali maschili fritti e divorati, c’è davvero di tutto! Questa tendenza all’esibizione estrema della violenza e la peculiare realizzazione degli effetti speciali, deriva evidentemente da un’ispirazione che giunge dal cinema orientale estremo (sicuramente fonte d’ispirazione, vista anche la location) e dal cinema horror italiano degli anni ’70 e ’80, produzioni che negli ultimi anni sembrano particolarmente apprezzate da registi e produttori d’oltreoceano. In conclusione, “Pasto Umano” è un trascurabile prodotto d’imitazione realizzato in modo pessimo che ha il suo unico motivo d’interesse nella abbondante dose di splatter e nell’efferatezza di alcune scene.