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Pensione Paura poster

PENSIONE PAURA

Pensione paura

1978 ES
febbraio 16, 1978

Durante la Seconda guerra mondiale, col marito impegnato al fronte, Marta, insieme alla figlia Rosa e un cameriere alcolizzato, gestisce una fatiscente pensione in riva a un lago, occupandosi d'una poco raccomandabile clientela composta da due prostitute, qualche fuggiasco e altre persone misteriose. Una notte, Marta, viene trovata morta in fondo a una rampa di scale, cadendo rovinosamente al buio per disgrazia. A questo punto Rosa si trova improvvisamente sola, incapace di governare la situazione e trovandosi, per giunta, in balia d'ospiti pericolosi e senza alcuno scrupolo. Una notte viene aggredita da due trafficanti di preziosi, convinti che la ragazza nasconda dei gioielli, trafugati in realtà da Rodolfo, cliente della pensione, bello, giovane e prestante mantenuto dalla sua amante, vecchia e perversa.

Registi

Francesco Barilli

Cast

Leonora Fani, Luc Merenda, Francisco Rabal, Jole Fierro, José María Prada, Lidia Biondi, Francesco Impeciati, Carlo Totti, Maria D'Alessandro, Diala Caruso
Dramma Horror Mistero
HMDB

RECENSIONI (1)

MC

Marco Castellini

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In una lugubre pensione vicino ad un lago abitano una serie di inquietanti personaggi: Marta, la proprietaria della villa, che nasconde un misterioso amante in soffitta; la giovane ed insicura Rosa e Rodolfo, un uomo senza scrupoli mantenuto da un’anziana benestante. Una notte Rosa viene violentata da Rodolfo; poco dopo arriva nella pensione un misterioso vendicatore che uno ad uno fa fuori tutti quelli che hanno fatto del male in qualche modo alla ragazza... Secondo giallo “orrorifico” di Barilli dopo il brillante “Il Profumo della signora in nero”. Si tratta di una discreta pellicola impreziosita da una regia attenta ed un finale abbastanza interessante che però non ha mai riscosso un grande successo, rimanendo, in parte a torto, nel dimenticatoio. Ad oggi il film non è mai uscito in vhs, né per la vendita né tanto meno per il noleggio, chi desidera vederlo deve cercare di recuperarlo in uno degli sporadici passaggi televisivi, in versione, neanche a dirlo, censurata (anche se “solo” di pochi secondi).