Reincarnation backdrop
Reincarnation poster

REINCARNATION

輪廻

2005 JP
October 27, 2005

A Japanese actress begins having strange visions and experiences after landing a role in a horror film about a real-life murder spree that took place over forty years ago.

Directors

Takashi Shimizu

Cast

Yûka, Kippei Shiina, Tetta Sugimoto, Shun Oguri, Marika Matsumoto, Karina, Hidekazu Mashima, Mantaro Koichi, Atsushi Haruta, Miki Sanjō
Horror Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

AC

Andrea Costantini

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Il regista di film horror Ikuo Matsumura decide di girare un film su un massacro avvenuto trentacinque anni prima in un albergo ormai in disuso, nel quale un professore impazzito ha ucciso undici persone tra personale e ospiti. All’inizio delle riprese del film, la giovane attrice Nagisa Sugiura inizia ad avere allucinazioni di una bambina con una bambola che la perseguita. In un sopralluogo al vero albergo, il regista ammette che il suo vero scopo non è soltanto quello di realizzare un horror, bensì dare pace alle anime delle vittime del massacro. Altrove, alcune persone apparentemente slegate dal film iniziano ad avere spaventose visioni. Qualche anno dopo la serie “Ju-On” (sia quella giapponese che quella americana) il regista Takashi Shimizu torna con un horror che affonda ancora le radici nella rabbia dei morti, nella ricerca della pace e nel sentimento di vendetta. Con il suo “Rinne” (“Reincarnation” per la distribuzione internazionale) analizza il tema della reincarnazione quale mezzo per ritornare dal passato. Come molti film post “Ringu” del genere J-Horror, non brilla per originalità. Bene o male assomiglia ad altri prodotti dell’estremo oriente, ma affronta un tema come la reincarnazione in modo efficace. Inizialmente poco chiaro, il film si sviluppa man mano presentandoci i molti personaggi, a dire il vero un pò troppi, tutti afflitti da strane visioni ambientate all'interno dell'hotel dal tetto vermiglio nel quale anni prima si è compiuta la strage. La storia è molto semplice. Si tratta di una ghost-story meta-cinematografica in cui viene girato un film nel film, basato su fattacci avvenuti anni prima nell'Overlook Hotel del Sol Levante. Si, perchè si tratta di un vero e proprio omaggio all'eterno capolavoro di Kubrick, a cominciare dall'albergo stesso, simile per suggestione (e per colore rosso predominante), per poi passare alla possessione da parte di persone collegate ai fatti (o reincarnazione) fino ad arrivare ad una citazione delle gemelle che invitano Danny a giocare con loro "per sempre", frase pronunciata di continuo dalla raccapricciante bambola. Si capisce subito che c'è un'affinità tra personaggi del film con le vittime del professore impazzito. Il regista stesso (del film nel film) interpretato da un nervoso Kippei Shiina, ha compreso che sta succedendo qualcosa di strano, di spaventoso e crede che la realizzazione del film possa in qualche modo placare i fantasmi. A tratti confusionaria, specialmente nella parte centrale, la sceneggiatura mischia letteralmente i personaggi e si fa fatica a stare dietro al complesso gioco di associazioni. Non si comprendono bene alcuni passaggi anche a causa dell'elevato numero di attori, tutti simili tra loro. Tra vittime nel passato, vittime nel presente, nella vita e sul set, abbiamo una schiera che purtroppo non giova alla completa comprensione del film. Alla fine comunque risulta chiaro l'intento della storia e riesce anche a sorprendere perchè il colpo di scena finale arriva inaspettato, ma forse, a causa dell'usuale approssimazione dello script tipico dei film orientali, molte cose vanno accettate e basta, forse per cultura, forse per scelta. Tuttavia lo svolgimento è intrigante e anche se non sarà ricordato come film più scorrevole della storia oppure miglior horror giapponese, lascerà comunque un senso di soddisfazione globale, soprattutto per quanto riguarda alcune azzeccate scene. Meno spaventi rispetto a “Ju-on” e parenti vari, anche a causa degli espedienti per terrorizzare che ormai sono sempre gli stessi: apparizioni improvvise in ascensore, presenze che camminano alle spalle, bambine cadaveriche con lo sguardo minaccioso. In questo caso a far da padrone è una bambola, che dall'inizio alla fine svolge un ruolo di collegamento e che inquieta al punto giusto, soprattutto nel ricercato finale. Nemmeno la morte ci separerà dagli errori commessi, dal senso di colpa e, come continua ripetere la bambola, staremo per sempre insieme. Togliere mezza zucca.

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