Tránsito backdrop
Tránsito poster

TRÁNSITO

Stay

2005 CH
septiembre 24, 2005

Henry (Ryan Gosling), un joven mentalmente perturbado, le anuncia a Sam Forster, su psiquiatra (Ewan McGregor), que piensa suicidarse en un plazo de tres días, cosa que el psiquiatra intentará evitar. Por su parte, Henry se dedica a enturbiar la relación de Sam con su novia Lila (Naomi Watts), pintora y antigua paciente suya. Poco a poco, la sólida y arraigada racionalidad de Sam empieza a tambalearse. Sometido a situaciones cada vez más surrealistas, llega un momento en que ya no puede distinguir entre realidad y ficción, y su yo y el de Henry se confunden.

Directores

Marc Forster

Reparto

Ewan McGregor, Naomi Watts, Ryan Gosling, Kate Burton, Elizabeth Reaser, Bob Hoskins, BD Wong, Janeane Garofalo, John Tormey, José Ramón Rosario
Dramma Thriller Mistero
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Lo psichiatra Sam ha preso in cura Henry, un ragazzo ventenne che ha seri problemi a relazionarsi con gli altri e che ha deciso di togliersi la vita. Sam cerca di scavare nel suo passato che sembra minato da tragici eventi, tra cui la perdita dei genitori in condizioni ancora poco chiare. Durante la sua indagine però Sam scoprirà che non tutto ciò che Henry gli aveva raccontato durante le sedute di analisi corrisponde al vero e, a mano a mano che si addentra nella vita del suo paziente, finirà per confondere la realtà con l’immaginazione in una serie di eventi che lo condurranno a dubitare di se stesso e della sua stessa sanità mentale. L’inflazionatissimo mosaico dei thriller psicologici si riempie di un nuovo tassello: “Stay – Nel labirinto della mente”. Dopo i fasti di “Il Sesto senso” e discepoli vari ( riusciti e non ) è ben difficile riuscire a trovare un prodotto originale e realmente coinvolgente; certo ci sono state piacevoli sorprese del calibro di “Identità” di James Mangold, ma soprattutto mediocri o brutti esempi di imitazione ( vedi il recente “Hipnos” ): purtroppo è proprio a questa seconda categoria che appartiene “Stay”. Il film di Marc Foster rispetta in pieno tutte le regole del moderno thriller psicologico di scuola statunitense: si inizia con una trama particolarmente contorta che sembra condurre i protagonisti, e con loro lo spettatore, ad un vicolo cieco fino a sfociare in un colpo di scena finale che porta chiarezza; però in confronto alla maggior parte dei film di questo genere, “Stay” si serve di una rivelazione finale già sfruttatissima e dunque altamente prevedibile per lo spettatore più esperto. Inoltre il modo in cui è strutturata la vicenda e la focalizzazione narrativa di cui si serve, non supportano a dovere il colpo di scena finale, facendolo apparire altamente artificioso e assolutamente illogico, tanto che alla fine della visione lo spettatore si troverà a porsi mille domande a cui non troverà una risposta logica. Guizzi non sense tappabuchi alla Lynch o semplici difficoltà di logica narrativa dovute ad una sceneggiatura pretenziosa ma poco efficace? Propendo decisamente per la seconda ipotesi. Un’altra caratteristica che omologa “Stay” alla massa dei thriller odierni è una particolare cura nella resa estetica della pellicola: fotografia ricercata e molto efficace, capace spesso di unire l’uso dei cromatismi alla situazione di lucidità o straniamento in cui si trovano i personaggi; montaggio a volte serrato a volte meno, ma in generale ascrivibile al moderno stile videoclip che però si serve di alcune soluzioni originali e gradevoli. Anche la regia di Foster sembra particolarmente ispirata e a tratti originale, valorizzata poi da un insolito cast di all stars che comprende Ewan McGregor nel ruolo del dello psichiatra Sam, Ryan Gosling ( “Formula per un delitto” ) nel ruolo di Henry e Naomi Watts ( in questo caso molto sprecata ) nella parte della fidanzata ex suicida di Sam. In definitiva “Stay – Nel labirinto della mente” si confonde nella massa dei tanti thriller psicologici prodotti negli ultimi anni, che unisce una notevole perizia tecnica e artistica ad una storia poco originale e mal gestita. Evitabile e assolutamente poco memorabile.

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