The Black Cat backdrop
The Black Cat poster

THE BLACK CAT

2007
January 19, 2007

The Black Cat, set in 1840 Philadelphia, has the great writer Edgar Allan Poe, struggling with alcoholism, writers block, as well as being out of ideas, short on cash, and tormented by his wife Virginia's black cat that will either destroy his life or inspire him to write one of his most famous stories.

Directors

Stuart Gordon

Cast

Jeffrey Combs, Elyse Levesque, Aron Tager, Patrick Gallagher, Christopher Heyerdahl, Ian Alexander Martin, Ken Kramer, Eric Keenleyside, Ryan Crocker
Horror TV Movie
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Lo scrittore Edgar Allan Poe vive in una situazione economica molto precaria, è schiavo dell’alcool e la sua giovane moglie è malata di tubercolosi. Per pagare le cure alla donna, Poe tralascia i suoi componimenti poetici, non troppo commerciali, e su richiesta del suo editore si dedica alla stesura di un nuovo racconto fantastico, ma non riesce a trovare l’ispirazione, finché Plutone, il dispettoso gatto di sua moglie, gli fornisce diversi inquietanti spunti. “Masters of Horror” è un singolare progetto nato dalla mente di Mick Garris, regista noto in ambito horror soprattutto per le trasposizioni dei romanzi di Stephen King. Garris ha pensato di riunire i più rappresentativi registi di horror cinematografico in un progetto destinato alla tv via cavo Showtime e all’home video, il risultato è “Masters of Horror”, una serie di 13 mediometraggi da 60 minuti l’uno, ognuno diretto da un grande nome del cinema di genere; ogni episodio ha un budget di 1,8 milioni di dollari, la location fissata nella città canadese Vancouver ed è stata concessa la più totale libertà creativa ad ogni regista. I nomi coinvolti nella seconda stagione di questo progetto sono: Tobe Hooper, Dario Argento, Stuart Gordon, Joe Dante, John Carpenter, John Landis, Ernest Dickerson, Brand Anderson, Tom Holland, Peter Medak, Rob Schmidt, Norio Tsuruta e lo stesso Mick Garris. Episodio numero 11 della seconda stagione di “Masters of Horror” e ritorno alla regia della serie tv per Stuart Gordon, già alle prese nella precedente stagione con l’altalenante “La casa delle streghe”. Da Lovecraft della prima serie, Gordon passa a Poe e decide di intraprendere un approccio al noto scrittore americano piuttosto originale: invece che prendere una delle sue numerose opere e trasportarla su schermo, decide di rendere protagonista della vicenda lo stesso autore e raccontare i suoi incubi e i suoi tormenti attraverso un episodio autobiografico romanzato. Questa scelta appare immediatamente vincente e per una buona metà del medio metraggio il gioco regge bene, onde però uniformarsi a percorsi già esplorati con il procedere del minutaggio. Probabilmente convinto che cinquanta minuti di girato incentrati sulla vita “segreta” di Poe fossero poco interessanti, Gordon e il co-sceneggiatore Dennis Paoli virano improvvisamente, e anche un po’ gratuitamente, sulla fino trasposizione di un suo racconto, che fino a quel momento era stata accuratamente evitata, e, a giustificazione del titolo, il film si trasforma nell’ennesima inutile trasposizione filmica di “The Black Cat”, probabilmente il racconto più sfruttato al cinema dello scrittore americano. L’innovazione, se vogliamo, introdotta dal mini-film di Gordon è fornire un antefatto semi-realistico alla creazione di “Il gatto nero”, solo che il tutto rimane molto, troppo superficiale, a conti fatti quasi irreale e soprattutto poco credibile. Sogno, allucinazione, intervento soprannaturale? Si chiede solo alla sospensione dell’incredulità dello spettatore di fare un grande sforzo e godersi lo spettacolo chiudendo un occhio qua e là. Jeffrey Combs, da sempre attore “feticcio” di Gordon, veste qui i panni di Edgar Allan Poe e lo fa ottimamente, regalandoci probabilmente una delle migliori interpretazioni della sua carriera; un po’ sottotono, invece, Elyse Levesque (la serie tv “Smallville”) nei panni della cugina/moglie dello scrittore. La fotografia di Jon Joffin appare di buon livello, virata sempre su toni seppia, come a voler dare una connotazione “antica” all’intero film. Buoni come di consueto anche gli effetti speciali del team KNB, stavolta particolarmente votati alla “cattiveria” sugli animali. In definitiva, “Il gatto nero” lascia un po’ l’amaro in bocca, soprattutto perché si ha la sensazione che Gordon abbia “sprecato” una bella idea di partenza per gettarsi sul conformismo di risvolti già ampiamente collaudati, ma allo stesso tempo “Il gatto nero” si trascina un alone di fascino dato dall’originalità di base e soprattutto dalla convincente e sentita interpretazione di Combs. Sufficiente.