GF
Gianluca Fedele
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Durante la vigilia di Natale due famiglie si incontrano per passare un breve periodo insieme in una baita in montagna in mezzo alla neve. I bambini delle due coppie sono felici e giocano insieme tra di loro e con i genitori stessi finché un particolare virus che fa perdere alle persone ogni forma di razionalità portandola ad atti violenti e ad un forte istinto omicida non colpisce il bambino più piccolo. Man mano tutti i figlioletti vengono contagiati, i genitori si troveranno a lottare per la propria sopravvivenza minata dai loro stessi adorabili bambini.
Quando un nuovo e micidiale virus colpisce la terra a ragion di logica i primi ad avere un sistema immunitario debole e ancora poco sviluppato sarebbero i bambini ed è proprio da qui che il regista britannico Tom Shankland parte per raccontare la storia di due famigliole felici che vengono perseguitate e fatte a pezzi dai loro piccoli figlioletti.
Niente disastri naturali, niente demoni o forze oscure ma un “semplice” ed inevitabile virus è ciò
che scatena la follia omicida di questo “The Chidren” dove quello che ci viene messo sul piatto è un tema molto più serio e complicato di quanto ci si aspetti, visto che alla base di tutto c’è un’improbabile ma quanto ardua domanda: uccidereste i vostri figli per salvarvi la vita anche se questi hanno dai 10 anni in giù? E per salvare altri bambini o altre persone?
Il film di Shankland è proprio qui che ha il suo punto di forza ma allo stesso tempo il suo punto debole poiché sembra che la domanda venga ben articolata inizialmente, anche se con qualche buco nello sviluppo delle relazioni che intercorrono tra alcuni personaggi, per poi però essere persa un po’ di vista, i bambini vengono eliminati con un po’ troppa facilità con la consapevolezza che questi siano diventati malvagi ed incurabili nel giro di pochissimo tempo dopo il quale l’unica soluzione che viene trovata, senza vagliarne altre, è quella di ucciderli senza riserve.
Difficile credere che una madre arrivi a cotanta
cattiveria anche se con piagnisteo post uccisione.
Fatto notare ciò, “The Children” è comunque un ottimo film sotto vari aspetti, la trama è scorrevole ed inquietante con i ragazzini che perdono ogni loro caratteristica umana per diventare baby omicidi seriali senza alcuna emozione o attaccamento verso gli altri, i propri genitori in primis. Impossibile non pensare al bambino di “Cimitero vivente” o a non tornare con la memoria agli inquietanti pargoli de “Il villaggio dei dannati”.
Interessante l’ambientazione cosi come la fotografia che, seppur non faccia miracoli, è ben allineata con quanto ci viene proposto sullo schermo. Voce a parte invece per gli effetti speciali che nel complesso raggiungono la sufficienza con qualche piccola perla come il cervello dell’uomo che viene spinto giù per la discesa con la slitta o la gamba spezzata nel parco.
Rara cattiveria poi viene riservata anche ai bambini che, seppur siano i carnefici del film, saranno
quelli a subire le sorti peggiori nei modi peggiori senza che nulla ci venga risparmiato a livello visivo. Carino ma telefonato il finale.
Piccola nota per quanto riguarda il cast che non solo propone dei buoni attori nella parte dei genitori dei cinque marmocchietti (se si esclude il poco espressivo Stephen Campbell Moore), dove primeggia su tutti Eva Birthistle nella parte della madre “eroina”, ma abbiamo dei ragazzini tutt’altro che irritanti o al limite della decenza (come molti film ci propongono) che fanno, anzi, il loro lavoro egregiamente risultando migliori degli adulti stessi e a più riprese parecchio inquietanti.
“The Children” è un film che vuole essere più di un normale “virus movie” ma che sarebbe stato più credibile in questo senso se si fosse scelto di sacrificare un po’ di scene violente con qualcosa di più sottile e psicologico.
Intrattiene e diverte comunque molto bene.