Urban Legends: Bloody Mary backdrop
Urban Legends: Bloody Mary poster

URBAN LEGENDS: BLOODY MARY

2005 US
July 19, 2005

On a prom-night dare, a trio of high school friends chant an incantation, unleashing an evil spirit from the past with deadly consequences.

Directors

Mary Lambert

Cast

Kate Mara, Robert Vito, Tina Lifford, Ed Marinaro, Michael Coe, Lillith Fields, Nancy Everhard, Audra Lea Keener, Don Shanks, Jeff Olson
Horror Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Salt Lake City, 1969. Durante un ballo scolastico la giovane Mary viene aggredita e uccisa dal capitano della squadra di football. Da allora, si narra che se qualcuno pronuncia il suo nome per tre volte, riuscirà ad invocare lo spirito della ragazza. Più di trenta anni dopo, Samantha, una sera, pronuncia il fatidico nome per tre volte e da quel momento comincia a rivivere, attraverso flashback, gli ultimi attimi di vita di Mary; inoltre i suoi compagni di scuola cominciano a morire uno dopo l’altro seguendo le modalità di famose leggende metropolitane. 1998: Jamie Blanks dirige, seguendo l’onda del fortunato “Scream”, “Urban legend”, uno slasher movie in salsa teen - ben confezionato e non privo di trovate divertenti. Anno 2001: vede la luce “Urban legend 2 – Final cut” per la regia di John Ottman, un deludente sequel che nulla aggiunge al film precedente. Stanchi di ripetere la classica formula da slasher, i produttori hanno pensato bene questa volta di cambiare le carte in tavola per questo terzo capitolo e di introdurre una vicenda che rimanda alla recente moda del ghost movie con tanto di fantasma in cerca di vendetta, molto caro allo stile asiatico. Però questo tentativo di portare una ventata di novità nella serie è fallito miseramente. Prodotto per il solo mercato dell’home video, “Urban legend 3” ci immerge in una situazione di dejà vu fin dal principio: se pronunci “Bloody Mary” per tre volte, il fantasma di Mary si materializzerà. Consapevoli che questa trovata ( leggenda metropolitana? ) era già stata ampiamente sfruttata nella saga di “Candyman”, gli sceneggiatori hanno considerato opportuno citare esplicitamente più volte il bel film con l’uomo con l’uncino, tanto per parasi le spalle. Ma la pellicola scivola in altre situazioni che sanno di già visto: sorvolando sui personaggi stereotipati ( ormai di routine per questo genere di pellicole ), vengono messe in atto delle morti fantasiose che molto richiamano quelle della saga “Final destination” ( il ragazzo nel solarium su tutte ), per poi svoltare bruscamente sulla tragica figura del fantasma in cerca di vendetta che vuole essere trovato e ricordato ( “The ring” e “The call” non vi dicono niente? ). La regia è della veterana Mary Lambert, che ci aveva dato una buona prova con i due “Cimitero vivente”, ma che qui non riesce a tenere desto l’interesse dello spettatore, causa soprattutto una sceneggiatura confusa e piena di buchi. Il personaggio di Mary da fantasma è stato reso in modo molto deludente, avvalendosi di un make-up che ricorda molto un ibrido tra Linda Blair in “L’esorcista” e Samara nel “The ring” statunitense; inoltre si è scelto di mostrarla chiaramente in più momenti con risultati piuttosto risibili. Unica nota positiva, come accennato in precedenza, sono le sequenze di morte, tutte costruite secondo famose leggende metropolitane e con gradevoli effetti gore/splatter dove richiesto ( su tutte la scena dei ragni che escono dalla pustola sul viso di una ragazza con conseguenze sanguinosissime ). Insomma, “Urban legend 3” risulta un minestrone di situazioni pescate qua e là nella recente cinematografia horror malamente cucinato e che si avvale solamente di buoni effetti speciali. Rimarrà sicuramente indigesto a molti.

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