FRIDAY THE 13TH: A NEW BEGINNING

Tommy, il ragazzino che ha affrontato Jason, ormai cresciuto e mentalmente compromesso dalla traumatica esperienza, viene portato in un istituto di salute mentale. Ma con l’arrivo di Tommy cominciano una serie di brutali omicidi ai danni dei ragazzi ospiti dell’istituto e i metodi di esecuzione sembrano quelli inconfondibili di Jason Voorhees. Ma Jason non era morto proprio per mano di Tommy? Arrivati al quinto capitolo, i produttori tentano di introdurre qualche elemento di novità nella saga più longeva del cinema horror. Per giustificare un ulteriore film, dopo il conclusivo “Capitolo finale” i distributori inseriscono come sottotitolo “A new beginning” ( in Italia tradotto con un altrettanto profetico “Il terrore continua” ), che suona più che altro come una minaccia. Gli sceneggiatori ( Martin Kitrosser, David Cohen, Danny Stainmann ) hanno avuto la buona idea di modificare l’ambientazione che dal campeggio di Crystal Lake si sposta in un ospedale di salute mentale, anche se in fin dei conti il cambiamento si nota poco, dal momento che gran parte dell’azione si svolge nei boschi che circondano l’edificio, molto simili agli scenari già apparsi nei film precedenti. Anche il colpo di scena finale dovrebbe costituire una novità, ma per tutta la durata del film non si noterà la differenza, lasciando solo l’amaro in bocca al più sfegatato fan di Jason. Tommy, qui interpretato da John Shepard che sostituisce Corey Feldman per necessità di copione, si conferma come nemesi di Jason e, con la sua personalità ambigua e disturbata, appare piuttosto credibile. Però i personaggi di contorno risultano a volte troppo grotteschi e più delle volte finiscono per apparire come delle ridicole macchiette completamente fuori dalla realtà. “Venerdì 13 Parte 5” sulla carta doveva segnare un punto di innovazione nella saga di Jason, ma nei fatti si mostra solamente un Venerdì 13 qualunque, che si pone un po’ come uno sparti acque nella genesi formativa del boogeyman Jason Voorhees: i primi quattro film ne sottolineano il suo carattere semi-umano; dal 6 in poi viene approfondito il suo lato sovraumano. Inferiore ai capitoli precedenti, ma pur sempre gradevole.