El film narra la historia de una prisión espacial de alta seguridad(llamada “Dante 01“) que orbita un planeta llamado Dante, y adonde sólo envían a los psicópatas más peligrosos, pero no para encerrarles de por vida entre rejas, sino para utilizarles como cobayas humanas en extraños y terribles experimentos. Hasta que un día, César (Dominique Pinon), uno de los reclusos allí, decide liderar una rebelión que acabe con todo lo llevado a cabo en ese lugar, hasta que llega Saint Georges (Lambert Wilson), un misterioso prisionero poseído por una fuerza secreta que, cuando aprenda a controlar, empleará para acabar con la hostilidad de sus compañeros presos y liberarlos de la maligna atracción de Dante.
Directores
Marc Caro
Reparto
Lambert Wilson, Linh-Dan Pham, Simona Măicănescu, Dominique Pinon, Bruno Lochet, François Levantal, François Hadji-Lazaro, Lotfi Yahya Jedidi, Yann Collette, Dominique Bettenfeld
Sul penitenziario spaziale Dante 01, costantemente in orbita attorno al pianeta incandescente Dante XXI, giunge una navetta con a bordo la biologa Elise e uno sconosciuto criminale privo di memoria e identità. Dante 01 è popolato da sei feroci criminali sottoposti ad esperimenti genetici da un team di scienziati capitanati da Caronte. Ma l’arrivo dello sconosciuto, subito battezzato dagli altri detenuti San Giorgio, comincia a mettere a dura prova l’equilibrio di tutti i residenti di Dante 01. Cesare si sente minacciato dalla presenza di San Giorgio e tenta di scatenare un’insurrezione, ma allo stesso tempo San Giorgio dimostra di avere degli incredibili poteri guaritori.
Voi spettatori che vi accingete ad entrare nell’universo di “Dante 01” lasciate ogni speranza di passare 88 minuti in compagnia di buona fantascienza. Il film diretto dal poco attivo Marc Caro (co-regista di “Delicatessen” e “La città dei bambini perduti”) è un annacquatissimo bignami della fantascienza colta, un confuso e a tratti ostico pentolino in cui frullare insieme suggestioni kubrickiane, Divina Commedia, “Alien 3”, misticismo e “Il miglio verde”, così, senza un ben preciso criterio, forse giusto perché si vorrebbe far sfregare le mani a un po’ di critici stanchi di “Star Wars”, “Matrix” e guerre dei mondi varie.
Tanto di cappello agli intenti “alti” di Caro, ma il regista francese, orfano del più talentuoso collega Jean-Pierre Jeunet, fa un bel pastrocchio e il suo “Dante 01”, a conti fatti, è più simile ad un prodotto di exploitation con manie di grandezza, piuttosto che la risposta francese a “2001: Odissea nello spazio”.
Partiamo dal peccato più macroscopico di cui si macchia il giocattolino con difetto di fabbricazione “Dante 01”: eccessivamente noioso. L’ora e mezza scarsa di durata sembra un’eternità per lo spettatore per il semplice fatto che quel poco che rappresenta il fulcro narrativo di “Dante 01” è narrato molto male. La storia è generalizzabile in poche parole: uno sconosciuto neo messia pone i peccatori di fronte ai propri peccati e concede loro la possibilità di redimersi. Tutto qui. Caro ha trovato una parabola mistica e l’ha presentata come un film di fantascienza, purtroppo si è dimenticato però di chi dovrebbe fruire del suo operato; ed ecco che lo spettatore si trova ad invecchiare mentalmente almeno di 60 anni in 90 minuti, snocciolato da dialoghi barbosi, metafore divine, infantilissime nomenclature, completa mancanza di dinamicità, scenografie tristissime e personaggi ammorbanti.
La grande metafora cristologica che aleggia su tutto il film e che ci viene sbandierata spudoratamente nell’insopportabile finale che sembra scimmiottare l’Odissea nello spazio di Kubrick, è troppo sterile e già esposta altrove (e meglio) per rappresentare un vero motivo
d’interesse retroattivo. Anche il giochetto dei nomi dei personaggi che rimandano all’immaginario dantesco e religioso, spesso senza un reale perché, è alla fine gratuito e infantile. Avete presente quegli horror scanzonati tipo “Dimensione Terrore” e “Final Destination” in cui i personaggi si chiamano Carpenter, Romero, Browning, Lewton, etc.? Bene, in “Dante 01” è stata fatta la stessa cosa, solo che al posto dei nomi di celebri registi di genere ci troviamo senza cognizione di causa nomi presi alla rinfusa dalla Divina Commedia e dalla mitologia cristiana e orientale… così, perché fa più intellettuale.
Nota di demerito anche alla scalcinata sceneggiatura scritta dallo stesso Caro e da Pierre Bordage, in cui la ripetitività dell’azione è alternata a noiosi dialoghi mistico-tecnologici e a buchi logici troppo grandi per passare inosservati.
Il cast, in generale, appare variegato e interessante, composto da professionisti e bravi caratteristi. Lambert Wilson (“Matrix Reloaded”; “Babylon A.D.”), Dominique Pinon (“Delicatessen”; “Alien: la clonazione”), Bruno Lochet (“Cous Cous”), Francois Hadji-Lazaro (“Dellamorte Dellamore”) ce la mettono tutta e risultano credibili, ma purtroppo i loro personaggi non sono molto interessanti e poco caratterizzati, limitati dal nome “storico” del quale sono stati muniti.
Se la mano di Caro è a tratti interessante, così come la fotografia ultra-dark di Jean Poisson, le scenografie di Bertrand Seitz sembrano riciclate dal set di un vecchio film di fantascienza, risultando solo particolarmente monotone. Effetti speciali pochi ma buoni.
In conclusione, “Dante 01” delude. Delude sicuramente lo spettatore voglioso di intrattenimento e probabilmente delude anche lo spettatore più intellettuale, a causa di un piglio derivativo decisamente ingombrante.
Ridateci Kubrick.