Dante 01 backdrop
Dante 01 poster

DANTE 01

2008 FR
January 2, 2008

Deep space, at the edge of the galaxy. The future. A new prisoner arrives on top security prison ship and psychiatric research unit Dante 01. Sole survivor of an encounter with an alien force, Saint-Georges is a man possessed by inner demons, caught up in the battle to control the monstrous power within him. It's a power that will infect the other highly dangerous occupants of Dante 01, gaolors and prisoners alike, unleashing a violent rebellion that turns this terrifying, labyrinthine world upside down. In the otherworldly hell of the ship's depths, through danger and redemption, each must journey to his very limits... each must confront his own Dragon.

Directors

Marc Caro

Cast

Lambert Wilson, Linh-Dan Pham, Simona Măicănescu, Dominique Pinon, Bruno Lochet, François Levantal, François Hadji-Lazaro, Lotfi Yahya Jedidi, Yann Collette, Dominique Bettenfeld
Fantascienza
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Sul penitenziario spaziale Dante 01, costantemente in orbita attorno al pianeta incandescente Dante XXI, giunge una navetta con a bordo la biologa Elise e uno sconosciuto criminale privo di memoria e identità. Dante 01 è popolato da sei feroci criminali sottoposti ad esperimenti genetici da un team di scienziati capitanati da Caronte. Ma l’arrivo dello sconosciuto, subito battezzato dagli altri detenuti San Giorgio, comincia a mettere a dura prova l’equilibrio di tutti i residenti di Dante 01. Cesare si sente minacciato dalla presenza di San Giorgio e tenta di scatenare un’insurrezione, ma allo stesso tempo San Giorgio dimostra di avere degli incredibili poteri guaritori. Voi spettatori che vi accingete ad entrare nell’universo di “Dante 01” lasciate ogni speranza di passare 88 minuti in compagnia di buona fantascienza. Il film diretto dal poco attivo Marc Caro (co-regista di “Delicatessen” e “La città dei bambini perduti”) è un annacquatissimo bignami della fantascienza colta, un confuso e a tratti ostico pentolino in cui frullare insieme suggestioni kubrickiane, Divina Commedia, “Alien 3”, misticismo e “Il miglio verde”, così, senza un ben preciso criterio, forse giusto perché si vorrebbe far sfregare le mani a un po’ di critici stanchi di “Star Wars”, “Matrix” e guerre dei mondi varie. Tanto di cappello agli intenti “alti” di Caro, ma il regista francese, orfano del più talentuoso collega Jean-Pierre Jeunet, fa un bel pastrocchio e il suo “Dante 01”, a conti fatti, è più simile ad un prodotto di exploitation con manie di grandezza, piuttosto che la risposta francese a “2001: Odissea nello spazio”. Partiamo dal peccato più macroscopico di cui si macchia il giocattolino con difetto di fabbricazione “Dante 01”: eccessivamente noioso. L’ora e mezza scarsa di durata sembra un’eternità per lo spettatore per il semplice fatto che quel poco che rappresenta il fulcro narrativo di “Dante 01” è narrato molto male. La storia è generalizzabile in poche parole: uno sconosciuto neo messia pone i peccatori di fronte ai propri peccati e concede loro la possibilità di redimersi. Tutto qui. Caro ha trovato una parabola mistica e l’ha presentata come un film di fantascienza, purtroppo si è dimenticato però di chi dovrebbe fruire del suo operato; ed ecco che lo spettatore si trova ad invecchiare mentalmente almeno di 60 anni in 90 minuti, snocciolato da dialoghi barbosi, metafore divine, infantilissime nomenclature, completa mancanza di dinamicità, scenografie tristissime e personaggi ammorbanti. La grande metafora cristologica che aleggia su tutto il film e che ci viene sbandierata spudoratamente nell’insopportabile finale che sembra scimmiottare l’Odissea nello spazio di Kubrick, è troppo sterile e già esposta altrove (e meglio) per rappresentare un vero motivo d’interesse retroattivo. Anche il giochetto dei nomi dei personaggi che rimandano all’immaginario dantesco e religioso, spesso senza un reale perché, è alla fine gratuito e infantile. Avete presente quegli horror scanzonati tipo “Dimensione Terrore” e “Final Destination” in cui i personaggi si chiamano Carpenter, Romero, Browning, Lewton, etc.? Bene, in “Dante 01” è stata fatta la stessa cosa, solo che al posto dei nomi di celebri registi di genere ci troviamo senza cognizione di causa nomi presi alla rinfusa dalla Divina Commedia e dalla mitologia cristiana e orientale… così, perché fa più intellettuale. Nota di demerito anche alla scalcinata sceneggiatura scritta dallo stesso Caro e da Pierre Bordage, in cui la ripetitività dell’azione è alternata a noiosi dialoghi mistico-tecnologici e a buchi logici troppo grandi per passare inosservati. Il cast, in generale, appare variegato e interessante, composto da professionisti e bravi caratteristi. Lambert Wilson (“Matrix Reloaded”; “Babylon A.D.”), Dominique Pinon (“Delicatessen”; “Alien: la clonazione”), Bruno Lochet (“Cous Cous”), Francois Hadji-Lazaro (“Dellamorte Dellamore”) ce la mettono tutta e risultano credibili, ma purtroppo i loro personaggi non sono molto interessanti e poco caratterizzati, limitati dal nome “storico” del quale sono stati muniti. Se la mano di Caro è a tratti interessante, così come la fotografia ultra-dark di Jean Poisson, le scenografie di Bertrand Seitz sembrano riciclate dal set di un vecchio film di fantascienza, risultando solo particolarmente monotone. Effetti speciali pochi ma buoni. In conclusione, “Dante 01” delude. Delude sicuramente lo spettatore voglioso di intrattenimento e probabilmente delude anche lo spettatore più intellettuale, a causa di un piglio derivativo decisamente ingombrante. Ridateci Kubrick.

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