Psychosis backdrop
Psychosis poster

PSYCHOSIS

2010 GB
juillet 19, 2010

Accompagnée de son mari, la romancière américaine Susan Golden s’installe dans un manoir isolé en Grande-Bretagne. Tandis qu’elle découvre les lieux, elle se laisse gagner par le souvenir du massacre, quinze ans plus tôt, d’un groupe de militants écologistes par un tueur en série. Des événements encore si présents qu’ils imprègnent la région et obsèdent Susan qui, assaillie par des visions cauchemardesques, croit devenir folle. Mais peut-être ne l’est-elle pas autant que le pensent son conjoint et la police ? A moins que ce ne soit le roman d’épouvante qu’elle écrit, « Le maniaque », qui s’empare littéralement d’elle…

Réalisateurs

Reg Traviss

Distribution

Charisma Carpenter, Paul Sculfor, Ricci Harnett, Justin Hawkins, Katrena Rochell, Ty Glaser
Horror Thriller Mistero
HMDB

CRITIQUES (1)

AC

Andrea Costantini

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Un gruppo di ragazzi anarchici si stabilisce con le tende presso un sito nel quale stanno costruendo un’autostrada. Durante la notte vengono uccisi uno dopo l’altro da un pazzo, che viene catturato dalla polizia il giorno dopo. Nel frattempo la scrittrice Susan, in crisi artistica dopo un forte esaurimento nervoso, si trasferisce con il marito David in una grossa casa nella periferia londinese. Rimanendo spesso da sola a causa del lavoro in centro del marito, Susan inizierà ben presto vedere persone a lei sconosciute che girano per casa e per il giardino, a partire dal depravato guardacaccia Peck. Quante volte ci siamo ritrovati a leggere una trama così nel corso della nostra lunga carriera da cine-divoratori di pellicole horror? Troppe. Qualche volta ci è andata bene e il risultato è stato degno di lode. Tutte le altre, come nel caso di “Psychosis”, il risultato è molto lontano dalla soglia della sufficienza. Il film comincia con un lungo, anzi, lunghissimo prologo di oltre dieci minuti in cui i giovani sovversivi vengono massacrati da un pazzo. Finita questa parte inizia la vicenda di Charisma Carpenter e della sua nuova casa nella quale si è trasferita con l’ambiguo marito, una parte completamente slegata dalle vicende dell’inizio se non richiamato in qualche flash di Susan, durante le sue allucinazioni. E poi arriva il pasticcio. La prima parte, seppur banale esempio di slasher girato con poca cura ai dettagli, ha un suo senso. Dall’arrivo in scena di Susan in poi tutto assume un’aura di incompiutezza. All’inizio si sta al gioco e le visioni della donna, insolite per un film dell’orrore (un ragazzo che gioca a calcio da solo nel cortile di casa, un hippy che vernicia una finestra) destano curiosità e sembra che abbiano un qualcosa da raccontare in più dei soliti fantasmi orripilanti che ti fanno saltare sulla poltrona. Il problema è che queste visioni vanno avanti per tutto il film, senza mai assumere un vero ruolo nella pellicola. Queste allucinazioni vengono poi più o meno spiegate nel finale a “sorpresa” che avrebbe stupito una ventina di anni fa ma che al giorno d’oggi risulta nello standard, ergo prevedibile. Senza contare i molti pezzi abbandonati in giro, dimenticandosi di spiegarli nel finale. Quello che manca del tutto è un punto di svolta nella storia. Si aprono porte, molte delle quali inutili, che rimangono spalancate. Questo da fastidio allo spettatore che, dopo aver passato un’ora e mezza ad assistere alle fantasie di Susan, ha diritto ad avere una spiegazione plausibile a tutti gli eventi che gli sono stati mostrati in quel tempo. Tante, troppe le domande che restano senza risposta. Cosa c’entra il prologo? E’ avvenuto sul serio oppure no? E la figura della giardiniera che si presenta a casa? Per non parlare del misterioso guardacaccia, che prima si fa beccare da Susan in atteggiamenti poco romantici, poi amico del marito e in seguito di nuovo maniaco? E Il festino a cui partecipa David in viaggio d’affari? Ovviamente questi ultimi sono solo espedienti per mettere in mostra alcuni momenti piccanti, elementi che non fanno mai male in una pellicola dell’orrore, se inseriti nella storia con un minimo di senso. Cosa che non avviene in “Psychosis” per due motivi sostanziali: primo, le scene di sesso sono del tutto slegate dalla trama (come appunto l’orgia in cui partecipa il marito di Susan, dove spicca soltanto la ragazza senza mutande che si siede sul tavolino di vetro) e in secondo luogo non sono nemmeno così spinte da risultare provocanti. Paradossalmente, l’unica scena esplicita è un nudo maschile. Non risolleva il morale del film nemmeno la performance degli attori. È arduo definire Charisma Carpenter una brava protagonista, che per quanto sia affascinante, è rimasta alla recitazione collegiale in cui combatteva vampiri a Sunnydale. Il resto del cast la segue a ruota, gettando benzina sul fuoco della mediocrità. Non ci si deve porre troppe domande di fronte ad una sceneggiatura che non ha le risposte. Se si ha la pazienza di arrivare fino alla fine del film, forse qualcosa di positivo si potrebbe anche trovare. Ma sono davvero delle piccolezze che impallidiscono in mezzo alla confusione generale. Aggiungere mezza zucca, giusto per infondere coraggio agli autori.

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