The Strangers backdrop
The Strangers poster

THE STRANGERS

2008 US
May 29, 2008

After a 4 a.m. knock at the door and haunting voices, Kristen McKay and James Hoyt’s remote getaway becomes a psychological night of terror as three masked strangers invade. Now they must go far beyond what they thought themselves capable of if they hope to survive.

Directors

Bryan Bertino

Cast

Liv Tyler, Scott Speedman, Gemma Ward, Kip Weeks, Laura Margolis, Glenn Howerton, Alex Fisher, Peter Clayton-Luce, Nick Barghini, Shawn McClellan
Horror Thriller
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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James e Kristen avrebbero dovuto passare uno stupendo e romantico weekend nella casa d’infanzia di lui, ma, di ritorno dal matrimonio di un loro amico, qualche cosa è andata storta e ora i due sono sul punto di lasciarsi. Decidono comunque di passare la notte in quella grande casa sperduta nei boschi, addobbata a nido d’amore da James, prima di tornare il giorno dopo ognuno alla propria vita. Ma durate la notte qualcuno bussa alla porta insistentemente: sono tre sconosciuti mascherati, che riescono a penetrare in casa terrorizzando e torturando gli ex-fidanzati. Il mini filone “home invasion” gode di nobilissimi iniziatori che, se escludiamo alcuni esempi di cinema western classico e l’immortale “La notte dei morti viventi”, possono essere collocabili negli anni ’70, quando Kubrick mostrò le scorribande dei Drughi in “Arancia meccanica”, Peckinpah descrisse il sanguinoso tentativo di difesa da parte di Dunstin Hoffman in “Cane di paglia” e i numerosi rape & revenge nostrani ci raccontarono di bruti galeotti che penetrano in casa altrui e dopo indicibili violenze vengono puniti. Forse è proprio a questa tradizione che si rifà l’ultimo rappresentate di questo filone, “The Strangers”, un film minimalista e carico di tensione intento a raccontarci proprio una manciata di terrificanti ore passate in balia di un trio di sconosciuti infiltratisi dentro una casa. Ad aumentare il sospetto che lo stile dei gloriosi 70’s sia stato la principale fonte d’ispirazione di “The Strangers” contribuisce una sospetta didascalia iniziale accompagnata da una voce narrante che ci informa che il film si basa su eventi realmente accaduti, scendendo nei particolari della storia d’ispirazione. La mente corre subito al “Non aprite quella porta” di Hooper, che proprio allo stesso modo esordiva. “The Strangers” è proprio questo, una profonda, straniante e apparentemente inconsapevole riformulazione del terrore minimalista fondato nel cinema di genere degli anni ’70. Non servono citazioni esplicite, costumi d’epoca o icone di quel periodo per far oggi un horror in puro stile anni ’70, o meglio non sono essenziali; basta una storia compatta che non si getti nell’arzigogolazione a tutti costi, una buona gestione della tensione e un “antagonista” che sia male tangibile ma anche metafora dello stesso, ancor meglio se storicamente e socialmente collocabile. “The Strangers” riesce ottimamente in tutto ciò e seppur arrivando dopo l’eccezionale “Them” (con cui condivide molto) e il “Funny Games” versione USA, non sfigura all’interno del recente discorso sulla “home invasion”, contribuendo anzi ad accrescere il fascino di questo filone tanto sadico quanto realistico. Gli sconosciuti, o se vogliamo stranieri, che si infiltrano dentro casa sono l’esempio più lampante della paura dell’essere umano della violazione dei propri spazi privati, che possono essere quelli casalinghi, o, se allarghiamo il raggio d’azione e metaforizziamo l’invasione, quelli nazionali. Gli stranieri senza volto, quindi indistinguibili dalla massa, che penetrano nel nostro spazio per rubare la nostra intimità e la nostra vita possono essere il riflesso della paura del mondo occidentale verso colui che giunge da l’aldilà dei confini nazionali; che esso sia messicano, iracheno, rumeno, non ha importanza, non ha volto, viene da fuori ma vive tra noi e può farci del male. Questo modo destroide di vedere “The Strangers” è una semplice ipotesi di lettura, ma non andrebbe esclusa dal momento che l’horror è sempre attento a riflettere le paure contemporanee e oggi, così come accade da sempre, l’uomo ha paura del se stesso che non conosce, che viene da lontano e che può sottrargli tutto quello che ha, fino alla stessa vita. Un Io tanto inconscio e metaforico quanto materiale e materializzabile. Al di là di una visione puramente sociologica, “The Strangers” funziona comunque come perfetto giocattolo tensivo, riuscendo in 90 minuti a mantenere una suspense sempre costante e un senso del pericolo adeguatamente alto. Bryan Bertino, regista e sceneggiatore qui al suo esordio, riesce così a costruire un’efficace tesi della tensione in celluloide, anche se molti dei momenti più “spaventosi” si affidano all’utilizzo dell’apparizione improvvisa o all’alternanza dei piani sonori. Ciò che più convince è invece il sottile e costante senso di inquietudine e impotenza che lo spettatore riesce a percepire insieme ai protagonisti della vicenda, a volte sorpresi in tutta la loro vulnerabilità dalle quasi fantasmatiche apparizioni degli sconosciuti che, fuori fuoco, si intrufolano nell’inquadratura e si avvicinano indisturbati alle spalle della vittima senza essere uditi, avendo lo spettatore come unico testimone dell’imminente spavento. Ciò che può essere rimproverato a Bertino è l’esasperazione di un solo e unico evento narrativo portato a volte un po’ troppo alle lunghe, senza l’introduzione di alcun tipo di elemento in grado di spezzare neanche per pochi minuti la tensione, costringendo così lo spettatore ad un lungo viaggio in apnea verso un finale che comunque non riserva alcun tipo di sorpresa. In scena sono presenti solo cinque attori, tre dei quali sempre mascherati (complimenti all’inquietante look!); i restanti due sono Scott Speedman (“Underworld” e “Underworld: Evolution”) e Liv Tyler (“Il signore degli anelli”; “L’incredibile Hulk”), il primo non lascia il segno, la seconda azzecca la corda con cui rendere la sua Kristen, una volta tanto ne bambolona urlante ne eroina improvvisata, ma credibile vittima. Un film che merita senz’altro mezza zucca in più.

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