Il Fiore dai Petali d'Acciaio backdrop
Il Fiore dai Petali d'Acciaio poster

IL FIORE DAI PETALI D'ACCIAIO

Il fiore dai petali d'acciaio

1973 ES
novembre 13, 1973

Il Dott. Andrea Valenti, durante un attimo di rabbia, uccide involontariamente una donna nel suo appartamento, poi si sbarazza del cadavere. La sorella della vittima avverte la polizia della misteriosa sparizione della giovane...

Registi

Gianfranco Piccioli

Cast

Gianni Garko, Carroll Baker, Ivano Staccioli, Pilar Velázquez, Paola Senatore, Umberto Raho, Eleonora Morana, Angelo Bassi, Giuseppe Mattei, Alessandro Perrella
Horror Thriller
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

skull skull empty skull empty skull empty skull
Il Dott. Andrea Valenti, durante un attimo di rabbia, uccide involontariamente una donna nel suo appartamento, poi si sbarazza del cadavere facendolo a pezzi e nascondendone i resti in un cantiere, in mezzo al cemento. Il giorno dopo, Evelyn si reca da Andrea preoccupata per l’assenza di sua sorella Daniela, che non è tornata a casa a dormire; il dottore nega di aver visto la donna, ma Evelyn nota l’auto di Daniela parcheggiata sotto la casa di Andrea. Insospettita, Evelyn avverte la polizia che comincia a indagare proprio sul Dott. Valenti, il quale, nel frattempo, riceve telefonate e pacchi da un misterioso individuo che lo minaccia. Giunto a dirittura d’arrivo, il thriller-erotico all’italiana anni ’70 sforna uno di quei film senza infamia e senza lode che oggigiorno poco o nulla viene ricordato. “Il fiore dai petali d’acciaio” appartiene a quel sottofilone del thriller molto frequentato da Sergio Martino e soprattutto Umberto Lenzi, ovvero quello che mescola le trame gialle all’audacia di alcune scene erotiche, tralasciando le situazioni brillanti e/o violente che, ad esempio, contraddistinguevano il cinema di Dario Argento. Il film in questione, in realtà, anticipa un minimo della violenza visiva che riempirà i thriller all’italiana da “Profondo rosso” in poi, suggerendo - più che mostrando – uno smembramento piuttosto credibile e un paio di omicidi cruenti. Ma ciò che preme maggiormente al regista Gianfranco Piccioli è la messa in scena erotica, l’esaltazione dei corpi nudi delle sue attrici e la costruzione di alcune situazioni torbide e morbose. Innanzitutto diciamo che Piccioli poteva permetterselo, dal momento che aveva nel cast una futura star della commedia erotica italiana come Paola Senatore (che ogni volta che compare è svestita!) e Pilar Velàsquez (“Un bianco vestito per Marialè”; “Ragazza tutta nuda assassinata nel parco”), che si esibiscono in nudi del tutto gratuiti e scene lesbo (sembra che sia particolarmente gradita dai fan quella subacquea); inoltre viene utilizzato un armamentario di particolari narrativi pruriginosi che vanno dalla ninfomania all’incesto, affidando così a tali orpelli l’attenzione dello spettatore. Va da se che se l’interesse primario del suddetto film risiede in questi aspetti il valore intrinseco al prodotto è inversamente proporzionale ai connotati exploitativi. Eppure “Il fiore dai petali d’acciaio” presenta anche un discreto ritmo narrativo e una trama gialla piuttosto coinvolgente che non mancheranno di tenere sull’attenti lo spettatore maggiormente interessato al dipanarsi della storia. Peccato però che la sceneggiatura di Gianni Martucci – che poi passerà alla regia con il pessimo “Thrauma” e il poveristico “I frati rossi” – alterni a buone intuizioni e un intreccio diverso dal solito un finale tanto implausibile quanto maldestro, completamente affidato a “coincidenze” troppo grandi per essere sostenute dalla sospensione dell’incredulità dello spettatore medio. Buono il cast di volti noti che va da Gianni Garko (“Sette note in nero”; “La notte dei diavoli”) nel ruolo del Dott. Valenti alla lenziana Carroll Baker (“Così dolce…così perversa”; “Il dolce corpo di Deborah”) in quello di Evelyn. Oltre alle già citate Senatore e Velàsquez, compare anche Ivano Staccioli (“La morte accarezza a mezzanotte”; “KZ9 – Lager di sterminio”) e Umberto Raho (“La notte che Evelyn uscì dalla tomba”; “Gli orrori del castello di Norimberga”). Solo per appassionati di thriller all’italiana col pallino della completezza.