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MASTERS OF HORROR 2: IL CANNIBALE (THE WASHINGTONIANS)

The Washingtonians

2007 US
gennaio 26, 2007

Registi

Peter Medak

Cast

Caroline Carter, Julia Tortolano, Venus Terzo, Johnathon Schaech, Myron Natwick, Esme Lambert, Abraham Jedidiah, Saul Rubinek, Patrick Keating, Wendy Donaldson
Horror televisione film
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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La famiglia Franks torna al paese natale in occasione dei funerali della nonna. Nella vecchia casa di famiglia, Mike trova in un antico dipinto raffigurante George Washington una pergamena che sembra essere stata scritta dallo stesso presidente e in cui rivela la sua passione per la carne umana, soprattutto di bambini. Sconvolto dalla scoperta, Mike si rivolge a Samuel, un amico di famiglia, che mostra subito molta ostilità per l’argomento: se la cosa si venisse a sapere l’intera storia americana dovrebbe essere riscritta! A questo punto Samuel chiede di poter distruggere il documento, ma Mike si rifiuta, intenzionato a consegnarlo a un museo. Da quel momento la famiglia Franks attira l’ira dei washingtoniani, una setta di “fedeli” a Washington che praticano il cannibalismo e vogliono impossessarsi della pergamena. “Masters of Horror” è un singolare progetto nato dalla mente di Mick Garris, regista noto in ambito horror soprattutto per le trasposizioni dei romanzi di Stephen King. Garris ha pensato di riunire i più rappresentativi registi di horror cinematografico in un progetto destinato alla tv via cavo Showtime e all’home video, il risultato è “Masters of Horror”, una serie di 13 mediometraggi da 60 minuti l’uno, ognuno diretto da un grande nome del cinema di genere; ogni episodio ha un budget di 1,8 milioni di dollari, la location fissata nella città canadese Vancouver ed è stata concessa la più totale libertà creativa ad ogni regista. I nomi coinvolti nella seconda stagione di questo progetto sono: Tobe Hooper, Dario Argento, Stuart Gordon, Joe Dante, John Carpenter, John Landis, Ernest Dickerson, Brand Anderson, Tom Holland, Peter Medak, Rob Schmidt, Norio Tsuruta e lo stesso Mick Garris. Guardando questo dodicesimo episodio della seconda stagione di “Masters of Horror” mi tornava in mente una divertente puntata dei “Simpson”, ovvero quella in cui Lisa scopre che il fondatore del paese in cui vive, Jebedia Springfield, non è quel’eroe che la tradizione ha tramandato, ma un fuorilegge assassino e pure codardo che tentò di uccidere Geroge Washington. In quell’episodio della popolare serie a cartoni animati Lisa era combattuta se rendere noto il fatto (scoperto proprio grazie ad una pergamena ritrovata) o insabbiare tutto, scegliendo poi questa seconda soluzione. Soggetto originale e dissacrante, addolcito però da un finale buonista ma azzeccato…questo è ciò che accadeva nel cartoon creato da Matt Groening, e grossomodo sembra che fosse anche l’intento di Peter Medak, presunto “maestro dell’horror” che ha in carriera una sfilza di regie per le più disparate serie tv (da “Magum P.I.” a “Dr.House”, passando per “Law & Order”) e solo la ghost story dei primi anni ’80 “Changeling” come biglietto da visita orrorifico. Un po’ ci siamo abituati a vedere coinvolti in questo progetto registi che proprio “masters” non possono essere considerati, ma se William Malone, John McNaughton e Rob Schmidt hanno realizzato degli episodi dignitosissimi, anzi superiori ad alcuni ben più illustri colleghi, Medak ci ha donato quello che probabilmente può essere considerato uno dei più insulsi e ridicoli episodi dell’intera operazione “Masters of Horror”. Il parallelismo su creato con i Simpson, infatti, non sta ad indicare la sagacia e la propensione alla critica sociale di cui sono solitamente muniti gli episodi del cartoon, ma il senso del ridicolo e della farsa che aleggia sull’intera messa in scena. Probabilmente era intenzione di Medak e dei suoi sceneggiatori Richard Chizmar e Johnathon Schaech creare una sorta di horror grottesco e misto alla commedia, ma il risultato appare solo un patetico guazzabuglio di scene mal scritte e mal montate che riescono solo nell’intento di sputtanare immotivatamente la figura di George Washington. L’idea di base, ripresa da un racconto di Bentley Little, poteva anche apparire vincente se sfruttata con il giusto sarcasmo, ma “Il cannibale” non riesce minimamente ad essere pungente ne a far sorridere. I washingtoniani, conciati con abiti settecenteschi, truccati in volto e con le classiche parruccone bianche sono il più lontano possibile dalla “minaccia” da film horror, apparendo solo ridicoli. La scena finale del banchetto, che dovrebbe essere l’apice dell’horror, è annacquata e per nulla rivoltante, l’intervento dei federali è quanto di più stupido e improbabile si potesse pensare e la messa in scena generale prettamente televisiva contribuisce a vedere di cattivo occhio questo film. Aggiungiamo poi dei dialoghi noiosi e degli attori poco credibili, tra i quali si contraddistingue, nel ruolo del protagonista, lo stesso sceneggiatore Johnathon Schaech, volto noto per aver impersonato l’insipido killer di “Che la fine abbia inizio”. Insomma, “Il cannibale” è sicuramente una visione poco gradevole, difficile da apprezzare sia come horror tout court che come commedia grottesca, poiché troppo poco divertente. Ne carne, ne pesce, solo un grande buco nell’acqua.