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THE X-FILES : RÉGÉNÉRATION

The X Files: I Want to Believe

2008 US
juillet 24, 2008

En plein milieu de la nuit, une employée du FBI est enlevée chez elle... Guidés par un ancien prêtre pédophile aux étranges visions, les agents Whitney et Drummy enquêtent. Très vite, leur investigation s'enlise : les indices sont minces et le temps presse. L'agence gouvernementale décide alors de refaire appel à Mulder et Scully. Leur expérience sur ce genre d'affaires sensibles pourrait s'avérer capitale. Mais des années ont passé depuis la fermeture du service des affaires non-résolues. Scully est redevenue médecin et Mulder, en disgrâce auprès du FBI, est introuvable...

Distribution

David Duchovny, Gillian Anderson, Amanda Peet, Billy Connolly, Xzibit, Mitch Pileggi, Callum Keith Rennie, Adam Godley, Nicki Aycox, Alex Diakun
Thriller Science-Fiction Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Un’agente dell’FBI viene rapita in un paesino innevato del West Virginia e allo stesso tempo padre Joseph, un prete scomunicato per accuse di pedofilia, comincia ad avere delle strane visioni. La polizia segue le indicazioni del prete e ritrova membra umane sepolte nel ghiaccio, a questo punto gli agenti Whitney e Drummy decidono di utilizzare proprio le abilità di padre Joseph per trovare l’agente scomparsa. Il caso si presenta però più complicato del previsto e così l’agenzia governativa decide di contattare gli ex agenti Mulder e Scully, un tempo membri della sezione dell’FBI dedita all’indagine sui casi soprannaturali: gli x-files. Malgrado il reparto dell’FBI addetto agli x-files per gli spettatori televisivi sia chiuso da diversi anni, gli ex agenti Mulder e Scully non riescono proprio a star lontani dai guai! E se potremmo capire le ragioni di Mulder, da sempre affascinato/ossessionato da misteri e soprannaturale, ci viene difficile pensare che sia proprio Dana Scully, ormai chirurgo di una certa fama ed elemento scettico della coppia, a farsi convincere per prima a tornare ad indagare su un caso inspiegabile al raziocinio umano. E’ proprio così che comincia infatti “X-Files: Voglio crederci”, secondo lungometraggio per il cinema di una delle serie più amate del piccolo schermo. In realtà in pochi si sarebbero aspettati che a dieci anni di distanza dal primo film e a sei dalla chiusura ufficiale della serie tv gli amati agenti Mulder e Scully sarebbero tornati nuovamente insieme e per giunta sul grande schermo. Eppure la tenacia di Chris Carter, creatore storico della serie, e il sostegno dei numerosissimi fan hanno permesso che gli x-files fossero aperti per un’ultima (?) volta. “X-Files: Voglio crederci” ha dalla sua una freschezza che difficilmente ci si sarebbe potuti aspettare da un’operazione di quasi riciclaggio e il merito va principalmente al buon lavoro di sceneggiatura e all’ottima performance dei due attori protagonisti. La storia, scritta e sceneggiata da Frank Spotnitz (una lunga carriera televisiva tra cui proprio “X-Files” e “Millennium”) e dallo stesso Chris Carter non va ad esplorare i misteri dell’universo e le cospirazioni governative con cui erano soliti confrontarsi i due protagonisti nella serie tv, ma va a trattare una tematica più realistica (per quanto la parola sia adattabile all’universo x-files) e sicuramente più attuale. Carter e Spotnitz infatti decidono di inoltrarsi nel modo dei traffici clandestini d’organi, depistando però continuamente lo spettatore con false piste che conducono ad una soluzione finale che ha dell’incredibile, forse anche un po’ dell’implausibile, ma rimane di sicuro effetto soprattutto per gli amanti dell’horror chirurgico. L’elemento soprannaturale è assicurato dalla presenza di Padre Joseph e delle sue capacità sensitive, un personaggio che ha una grande importanza nella narrazione di questo film e una bella caratterizzazione. Padre Joseph, interpretato da un bravo Billy Connolly (“Timeline”; “Fido”) è l’elemento “perturbante” per eccellenza, capace di scuotere gli animi della piccola comunità montana in cui vive a causa del suo terribile passato da pedofilo e capace di dividere concettualmente le credenze di Mulder e Scully. Allo stesso tempo Padre Joseph è però sinonimo di speranza: speranza per la polizia e l’intera comunità che confida in lui per il ritrovamento delle donne scomparse; speranza per Scully in quanto elemento di identificazione e simbolo di fede perduta e forse ritrovata; speranza per se stesso in una redenzione dai peccati commessi. Una figura tragica e “scomoda”, metaforicamente collegata a tutti i fatti e i personaggi messi in ballo nella vicenda. Fox Mulder e Dana Scully, sempre ottimamente interpretati dai ritrovati David Duchovny e Gillian Anderson, raggiungono livelli di caratterizzazione insoliti per un film di genere. Sicuramente forti di un lungo passato di approfondimenti ed evoluzioni psicologiche offerti dalla lunga permanenza televisiva, i due ex agenti dell’FBI appaiono qui degli individui ormai lontani dal proprio passato, desiderosi di dimenticare per sempre gioie e soprattutto dolori che gli x-files hanno loro causato. Mulder appare cinico e curioso come di consueto, apparentemente immune alle numerose ferite aperte e comunque mai rimarginate che continuano a tormentarlo. La sua collega Scully, ormai diventata un chirurgo, gode di una scrittura anche più complessa e viene descritta come persona più vulnerabile ed emotiva, profondamente segnata dagli eventi e in conflitto con la propria fede. Infatti è il suo rapporto con la fede a rappresentare un punto cruciale della narrazione, espresso dal conflitto interno tra la sua voglia di redenzione morale, catalizzata sull’impresa di salvataggio del bambino malato, e l’odio per la crudeltà del destino. A sottolineare questa ricerca di fede c’è poi la ripugnanza verso Padre Joseph, emissario divino capace di gesti immorali sui propri chierichetti, ma allo stesso tempo unica persona in grado di condurla ad un equilibrio morale attraverso il confronto. C’è comunque da sottolineare che il ritorno di “X-Files” non è propriamente tutto rose e fiori. Lo stretto legame che c’è fra questo film e la saga televisiva lo renderà probabilmente poco fruibile a chi è a digiuno dagli episodi tv, a causa dei troppi riferimenti dati per scontato e alle personalità complesse dei personaggi che sono un chiaro riflesso di anni e anni di evoluzioni caratteriali. Anche il ritmo, malgrado la storia coinvolgente, non è dei più fluidi, mentre il finale appare un po’ troppo sbrigativo. L’impressione, a conti fatti, è che “X-Files: Voglio crederci” sia un episodio scartato dalla serie tv e ora recuperato e pompato per un passaggio cinematografico. Il fatto è che comunque si tratta di un episodio di gran qualità! Imprescindibile per i fan nostalgici della serie tv, godibile ma forse a volte un po’ ostico per tutti gli altri.

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